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LA MPS VENTURE SGR CEDE IL SUO 13% DI CARAPELLI. ORA L'OLIO E' TUTTO SPAGNOLO

Il Mps Venture sgr, per conto del fondo comune di investimento mobiliare chiuso Ducato Venture, ha ceduto la partecipazione del 13,62% detenuta in Carapelli Firenze a Minerva Oli, controllata dall'iberica Sos Cuetara. Gli altri soci venditori sono i fondi Arca Impresa (10,89%) ed Arca Impresa 2000 (10,89%), Meliorbanca (5,4%), Bs Private Equity (0,86%), Ipef III (56,3%.
Il controvalore per la vendita delle azioni Carapelli Firenze di proprietà di Ducato Ventura ammonta a 17 milioni di euro.
"Con questa operazione - spiega il fondo - Ducato Venture prosegue nell' attività di disinvestimento delle partecipazioni".
Da parte loro, Arca Impresa ed Arca Impresa 2000, specificano che il controvalore per la vendita delle azioni Carapelli Firenze di proprietà di ciascun fondo ammonta a 13,6 milioni, e che la vendita dell'intera partecipazione ha comportato per ciascun fondo una plusvalenza di 2,7 milioni.

L'approfondimento - Made in Italy: Coldiretti,
stop a olio spagnolo in bottiglie italiane
Con cessione quote Mps, dopo Sasso anche Carapelli è iberica, serve etichetta origine “Con la definitiva cessione del marchio Carapelli al gruppo spagnolo Sos Cuetara è ancora più urgente introdurre l’obbligo di indicare in etichetta l’origine delle olive impiegate nell’extravergine commercializzato per impedire che sia spacciato come made in Italy quello ottenuto dalla spremitura di olive spagnole. E’ quanto afferma la Coldiretti nel commentare la cessione da parte di Mps Venture Sgr, per conto del fondo comune di investimento mobiliare chiuso Ducato Venture, della partecipazione del 13,62% detenuta in Carapelli Firenze a Minerva Oli, controllata dall' iberica Sos Cuetara.
Si tratta di una operazione che fa seguito all’acquisizione da parte dello stesso gruppo iberico del marchio Sasso e che conferma una strategia che punta sull’acquisizione di marchi storici nazionali da utilizzare per commercializzare la crescente produzione di olio spagnolo. Per questo bisogna intervenire immediatamente - sostiene la Coldiretti - prima che si radichi definitivamente sui mercati internazionali un falso olio Made in Italy magari imbottigliato sul suolo nazionale e commercializzato con marchi storici italiani, ma ottenuto con olive straniere all’insaputa dei consumatori e con un grave danno al reddito delle imprese agricole italiane.
Una situazione che - sottolinea la Coldiretti - toglie spazio di mercato alla produzione nazionale perché sfrutta l’immagine positiva di un territorio e di uno stile ineguagliabili a vantaggio di alimenti che nulla hanno a che fare con il tessuto produttivo agricolo italiano. Una esigenza di trasparenza alla quale - sostiene la Coldiretti - l’Italia deve al più presto rispondere con l’attuazione della legge 204/2004 che prevede l’obbligo di indicare in etichetta la provenienza di tutti i prodotti agricoli di base utilizzati come già avviene per carne bovina, pollame, latte fresco, miele, uova, frutta e verdura fresche e a partire dal 15 giugno anche per la passata di pomodoro.
L’Italia - conclude la Coldiretti - è il secondo produttore europeo di olio di oliva dopo la Spagna con circa 250 milioni di piante per una produzione nazionale media di oltre 500.000 tonnellate e 37 oli extravergini riconosciuti dall’Unione Europea.

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