Come una bomba, le parole di Pierre-Emmanuel Taittinger, a capo di una delle griffe più importanti dello Champagne, hanno riecheggiato dalle pagine de “Le Figaro” in tutto il mondo, scatenando un’orda di reazioni, perlopiù sorprese, la nascita dello Champagne è merito degli inglesi. Che è un po’ come dire: la fama della Gioconda è merito dei francesi. Eretico? Non proprio, semmai provocatorio, ma è difficile dargli torto a priori, in entrambi i casi. Al di là della storia che conosciamo tutti, al limite del mito, che racconta del ruolo fondamentale del celebre monaco Dom Pérignon, nel XVII secolo, nella nascita del metodo champenoise, la ricostruzione di Pierre-Emmanuel Taittinger è storicamente assai credibile: i vini, bianchi e rossi, prodotti dai monaci Benedettini proprio nel Seicento, una volta arrivati in Inghilterra, attraverso la Manica, venivano spesso lasciati per giorni sulle banchine, dove trovavano le condizioni ambientali (tra i 9 ed i 12 gradi, ndr) per far partire una seconda fermentazione, spontanea, che li rendeva frizzanti. Un errore, da cui è nato il più mitologico dei vini.
Una ricostruzione, però, che non va a sminuire il ruolo storico di Dom Pérignon, ma rafforza però quello dello scienziato inglese Christopher Merret, che nel 1662 raccontava di come i wine merchant della terra di Albione aggiungessero zucchero ai vini fermi francesi per renderli frizzanti. Una passione arrivata fino ad oggi, e lo sanno bene i produttori di Prosecco, così come Pierre-Emmanuel Taittinger, che ha ammesso di amare la passione per le bollicine degli inglesi, e forse non è un caso che abbia scelto, nel 2015, proprio il Sud dell’Inghilterra per investire nelle bollicine del futuro. Se il fiuto è quello dimostrato per il calcio (a fine 2017, a WineNews, raccontava le gesta di un giovane attaccante di talento, Mbappé, che un anno e mezzo dopo ha guidato la Francia alla conquista del Mondiale di Russia https://winenews.it/it/piu-che-la-storia-di-una-maison-di-champagne-un-secolo_350606/5/), c’è da scommettere che sì, sarà in Inghilterra, dove tutto è nato, il futuro delle bollicine.
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