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LA NUOVA PAROLA D’ORDINE PER IL FUTURO DELLE IMPRESE AGRICOLE E’ “DIVERSIFICARE”. IL 6,5% DELLE AZIENDE PUNTANO SULLA MULTIFUNZIONALITA’ (DALLA PET THERAPY ALLE BIOENERGIE), CHE OGGI VALE 9,8 MILIARDI DI EURO. ED È DESTINATA A CRESCERE ...

La nuova parola d’ordine per il futuro delle imprese agricole è “diversificare”: sono 108.780 (il 6,5% del totale, ma destinate a decuplicare in pochi anni) le aziende agricole italiane che puntano sulla multifunzionalità, dagli agriturismi alla pet therapy, dagli agriasili alle bioenergie fino ai master chef rurali, perchè la campagna non vive più di sola agricoltura. E tra il 2000 ed il 2010 il valore della diversificazione è passato da 5 a 9,8 miliardi di euro, pari al 20% del Pil agricolo: ecco i numeri della ricerca Nomisma “Diversificazione economica in agricoltura: dall’agriturismo all’agrinido”, commissionata da Fieragricola e “L’Informatore Agrario”, di scena oggi a Fieragricola (Verona, 2-5 febbraio, www.fieragricola.it).
Ad innescare la diversificazione produttiva in agricoltura sono soprattutto le motivazioni economiche (grazie alla multifunzionalità, il 58% delle aziende ha aumentato la propria redditività d’impresa), ma la scintilla per una nuova avventura imprenditoriale in agricoltura scocca spesso grazie ad un’idea del conduttore (nel 25% dei casi), “ispirato” da fattori territoriali: il 20% ha scelto infatti di diversificare per la presenza in aree a forte vocazione turistica. Calcolatrice alla mano, il fatturato delle attività connesse incide mediamente per il 31% sul reddito complessivo aziendale. Reddito che risulta in aumento, in particolare, per le aziende medio-grandi (sia in termini di superficie agricola utilizzabile che di fatturato), in pianura, nel Centro-Nord del Paese e gestite da under 40.
E che non si tratti di una bolla ma di una tendenza che cambierà il modo di concepire la campagna, lo dimostra il fato che il 61% delle aziende, nei prossimi 5 anni, nonostante il freno della burocrazia e la difficoltà di accesso al credito, introdurrà nuove attività, specialmente i corsi di cucina per promuovere prodotti e locali, su cui scommette il 42% degli imprenditori. Ma c’è anche chi punta su altre opportunità, tutte da scoprire: il 10% ritiene che possa avere successo l’agri-trekking, i percorsi guidati fra i campi e i boschi, così come la raccolta collettiva dei prodotti agricoli, su cui punta un altro 10% degli imprenditori agricoli. C’è poi chi scommette su tutt’altro aspetto, come il welfare e il ruolo delle fattorie sociali, che rappresentano una realtà per 3.000 imprese su tutto il territorio nazionale.
Ma la multifunzionalità non è solo una boccata d’ossigeno sotto il profilo economico, è anche miglioramento tecnologico: il 61% di chi punta sulla diversificazione si affida al sito internet dell’azienda per promuovere le attività diverse da quelle agricole, e il 51% dispone di un marchio aziendale per la vendita dei propri prodotti. Anche le fiere di settore giocano un ruolo importante: il 70% le ritiene strategiche per lo sviluppo delle attività connesse, percentuale che arriva al 74% se si considerano le fiere come “luoghi” per trovare prodotti e attrezzature adeguati al miglioramento di attività diverse da quella agricola.
“La ricerca di Nomisma per Fieragricola e Edizioni “L’Informatore Agrario” - spiega il direttore generale di Veronafiere, Giovanni Mantovani - mette in evidenza il ruolo strategico delle manifestazioni fieristiche e conferma la centralità del sistema, che dà impulso al 10% del valore delle esportazioni italiane”.

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