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LA “NUOVA VITA” DI FULVIO PIERANGELINI: LO CHEF E’ IN PROCINTO DI CHIUDERE IL “GAMBERO ROSSO” DI SAN VINCENZO - COSI’ COME LO ABBIAMO SEMPRE CONOSCIUTO - E PROGETTA NUOVE AVVENTURE, TRA CUCINA E TEATRO

Nella ridda di voci che si rincorrono su Fulvio Pierangelini, uno dei più grandi chef italiani, una sola cosa è certa: il “Gambero Rosso” di San Vincenzo, così come lo abbiamo sempre conosciuto, non esisterà più. Quello che verrà al suo posto, è ancora tutto da vedere. Sembra ormai definitiva la decisione di chiudere il ristorante “storico”, fondato da Pierangelini insieme alla moglie Emanuela nel 1980, poco più di 20 posti che adesso si affacciano sul cantiere aperto dei lavori per il nuovo porto turistico di San Vincenzo. Una location certamente non più consona alla fama ormai planetaria di Pierangelini, che, a 55 anni, ha anche voglia di cimentarsi con altre esperienze.
Intanto, è stato affidato ad un architetto-star come Massimiliano Fuksas il progetto di un nuovo immaginifico ristorante oltre la diga della nuova darsena di San Vincenzo: non è ancora dato sapere se si chiamerà “Il Bucaniere”, come lo stabilimento balneare gestito dal figlio Fulvietto, se sarà ribattezzato “Gambero Rosso”, o se addirittura uno conterrà l’altro, in un gioco di scatole cinesi. Ma i bene informati sostengono che Pierangelini abbia in mente anche altre idee, che travalicano la mera esperienza del cucinare per la clientela di un ristorante - dalla quale si è sentito spesso non compreso - come una serie di conferenze in teatro.
Fulvio Pierangelini, nato a Roma nel 1953, è uno fra i pochissimi cuochi laureati (per la precisione in Scienze Politiche, con il massimo dei voti e una breve carriera da ricercatore). Trasferitosi in Toscana, rileva, con il nome “Gambero Rosso”, un ristorante a San Vincenzo (Livorno) e, come per le barche, non ne cambia il nome. Da allora si sono susseguiti piatti miliari, lontani da tecnicismi e intellettualismi di una certa avanguardia, privilegiando, invece, il richiamo ad elementi noti ed identificabili, facendo della semplicità lo scopo primario della ricerca stessa in cucina.

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