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RAPPORTO CENTRO STUDI DIVULGA

La pandemia spinge la rivoluzione digitale e la svolta green delle nuove generazioni italiane

Analisi Coldiretti: agricoltura unico settore dove aumentano i giovani imprenditori (+8%). Ed è boom di investimenti in droni e gps (+20%)
AGRICOLTURA, Coldiretti, INNOVAZIONE, LAVORO, OSCAR GREEN, Non Solo Vino
Innovazione e agricoltura, è boom di investimenti in droni e gps (+20%)

L’agricoltura è l’unico settore dove cresce l’occupazione giovanile: +8% negli ultimi cinque anni, in netta controtendenza rispetto al dato generale degli imprenditori under 35, dall’industria al commercio fino all’artigianato, che calano dell’11% nello stesso periodo. A rivelarlo è l’analisi della Coldiretti sulla base del Rapporto del Centro Studi Divulga, con il sostegno della Presidenza del Consiglio dei Ministri, diffusa nella consegna degli Oscar Green, il premio all’innovazione per le imprese agricole che creano sviluppo e lavoro con l’impegno concreto dei giovani italiani per combattere i cambiamenti climatici e salvare l’ambiente, con il patrocinio del Ministero delle Politiche Agricole e di quello delle Politiche Giovanili. Un appuntamento promosso nella Giornata Internazionale della consapevolezza sulle perdite e sprechi alimentari proclamata dalle Nazioni Unite, per il Youth4Climate che anticipa la riunione dei Ministri della Cop26, la conferenza mondiale dell’Onu sui cambiamenti climatici, in programma a Glasgow dall’1 al 12 novembre.
Con la crisi provocata dall’emergenza sanitaria, il settore agricolo è diventato di fatto il punto di riferimento importante per le nuove generazioni, tanto che nell’ultimo anno sono nate in media 17 nuove imprese giovani al giorno (analisi Coldiretti-Divulga). Ma, nel periodo della pandemia, le aziende condotte da giovani si sono dimostrate anche le più resilienti, con un aumento medio dei redditi del 5,9% nel 2020 sull’anno precedente, mentre quelli delle aziende over 35 sono diminuiti dell’1,3%. Una svolta green che ha portato al lavoro nelle campagne italiane 55.000 imprese che hanno di fatto rivoluzionato il mestiere dell’agricoltore impegnandosi in attività multifunzionali che vanno dalla trasformazione aziendale dei prodotti alla vendita diretta, dalle fattorie didattiche agli agriasilo, ma anche alle attività ricreative, l’agricoltura sociale per l’inserimento di disabili, detenuti e tossicodipendenti, la sistemazione di parchi, giardini, strade, l’agribenessere e la cura del paesaggio o la produzione di energie rinnovabili.
È soprattutto grazie a questa svolta green che l’Italia è diventata leader in Europa per numero di giovani imprese agricole, che sono peraltro anche più brave dei colleghi Ue se si considera che il valore della produzione generato dagli under 35 nostrani è pari a 4.964 euro ad ettaro, oltre il doppio dei giovani agricoltori francesi (2.129 euro ad ettaro). Ancor più marcata la differenza con la Spagna (2.008 euro ad ettaro), dietro anche i tedeschi (3.178 euro a ettaro). Nel complesso, la produzione standard generata per ettaro coltivato dai giovani in Italia è poco meno del doppio della media europea (2.592 euro a ettaro), secondo il rapporto del Centro Studi Divulga.
Ma i successi a livello europeo non riguardano solo chi ha scelto di fare impresa ma anche chi ha deciso di cercare opportunità lavorative nelle campagne. Nonostante crisi e pandemia in Italia si rileva un incremento del +4% degli occupati in agricoltura, con 11.000 nuovi posti di lavoro per giovani in agricoltura negli ultimi 10 anni. Un risultato in controtendenza se si guarda al dato nazionale relativo al lavoro dei giovani, dove calano gli altri settori tra cui ristorazione (-14%), arte e intrattenimento (-5,5%), manifattura (-4,2%), commercio al dettaglio e ingrosso (-3,7%).
Il maggior appeal del lavoro in campagna si riflette anche sule scelte scolastiche. Nell’anno del Covid gli studenti italiani hanno preso d’assalto gli indirizzi agricoli delle scuole superiori, con un incremento del 15% delle iscrizioni agli istituti professionali, secondo una analisi Coldiretti su dati Miur. Alla crescita degli studenti degli istituti professionali in Agricoltura, Sviluppo Rurale, Valorizzazione dei Prodotti del Territorio e Gestione delle Risorse forestali e montane si aggiunge peraltro quella delle presenze all’indirizzo Agraria, Agroalimentare e Agroindustria degli istituti tecnici, in aumento del 6%.
“La pandemia ha accelerato il fenomeno del ritorno alla terra e maturato la convinzione comune che le campagne siano oggi capaci di offrire e creare opportunità occupazionali e di crescita professionale, peraltro destinate ad aumentare nel tempo - afferma la leader dei giovani della Coldiretti Veronica Barbati - occorre ora sostenere il sogno imprenditoriale di una parte importante della nostra generazione che mai come adesso vuole investire il proprio futuro nelle campagne, abbattendo gli ostacoli burocratici che troppo spesso si frappongono”. La burocrazia, spiega Coldiretti, sottrae fino a 100 giorni all’anno al lavoro in azienda ma, soprattutto, con l’inefficienza, frena l’avvio di nuove attività di impresa contrastando anche le opportunità che possono generarsi attraverso i Bandi del Programmi di Sviluppo Rurale (Psr).
E l’emergenza Covid spinge anche la rivoluzione digitale nelle campagne con gli investimenti in droni, gps, robot, software e internet delle cose che raggiungono i 540 milioni di euro con un balzo del +20% proprio nell’anno della pandemia per combattere i cambiamenti climatici, salvare l’ambiente e aumentare la sostenibilità delle produzioni, sostiene Coldiretti sulla base dei dati Smart AgriFood.
Un profondo cambiamento che vede in prima fila proprio le nuove generazioni con quasi una impresa agricola giovanile su tre (31%) che applica oggi tecniche di agricoltura di precisione, secondo un’analisi Coldiretti sulla base del Rapporto del centro Studi Divulga. Ma tra i giovani molto apprezzato è anche l’utilizzo dei social per la promozione delle proprie attività: più di un giovane su tre (37%) usa i social network per promuovere le proprie attività, con Facebook che rimane il canale preferito (71%).
La rivoluzione digitale in agricoltura vede lo sviluppo di applicazioni green sempre più adatte alle produzioni nazionali su diversi fronti, sottolinea la Coldiretti, dall’ottimizzazione produttiva e qualitativa alla riduzione dei costi aziendali, dalla minimizzazione degli impatti ambientali con sementi, fertilizzanti, agrofarmaci fino al taglio dell’uso di acqua e del consumo di carburanti. Le soluzioni di supporto alle attività in campo come le mietitrebbie con sistema di mappatura delle produzioni o i trattori con guida satellitare (Global Navigation Satellite System) rappresentano il 36% del mercato e sono fra le innovazioni più diffuse adottate in oltre 2 imprese su 5 (43%) spiega Coldiretti secondo un’indagine condotta dall’Università degli Studi di Bologna (Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agroalimentari) e l’Università di Wageningen (Olanda).
La maggior parte degli strumenti utilizzati per la svolta tecnologica, spiega Coldiretti sulla base dei dati Smart Agrifood, riguarda la mappatura e il monitoraggio da remoto dei terreni (41%), l’analisi dei fattori ambientali e geologici (33%), il monitoraggio di macchine e attrezzature (23%) e la gestione e organizzazione delle risorse idriche (19%). Ma non mancano anche soluzioni per il monitoraggio da remoto con smartphone e pc degli animali con una specie di Grande Fratelli che spazia dalle stalle ai pascoli con rilevazioni che riguardano lo stato di salute, gli spostamenti e la distribuzione di cibo e acqua.
Un’evoluzione del lavoro nei campi che ha portato alla creazione di Demetra, il primo sistema integrato per la gestione on line dell’azienda agricola con lettura in tempo reale dello stato di salute delle coltivazioni, dati su previsioni meteo e temperature, fertilità dei terreni e stress idrico, anche per affrontare le nuove sfide dei cambiamenti climatici.
A fronte dell’82% dei consumatori italiani che privilegia nella propria spesa l’acquisto di prodotti made in Italy, le informazioni in etichetta diventano sempre più, evidenzia Coldiretti, un valore aggiunto per il prodotto tanto che 9 aziende su 10 (89%) applicano la tecnologia digitale sulla tracciabilità degli alimenti considerata uno degli ambiti che genera i maggiori benefici per il settore, sottolinea Coldiretti su dati Smart Agrifood. La superficie agricola coinvolta dalla nuova ventata di innovazioni tecnologiche e digitali è di quasi 500.000 ettari a livello nazionale pari al 3-4% della superficie totale ma esiste un grande potenziale di crescita soprattutto con l’utilizzo dei Big Data Analytics e del cosiddetto “Internet delle cose”. Occorre però colmare i ritardi nell’espansione della banda larga nelle zone interne e montane, visto che quasi 1 famiglia su 3 (32%) che vive in campagna non dispone di una connessione adeguata. “Coldiretti, Tim e Bonifiche Ferraresi hanno firmato un accordo - ha affermato il presidente Coldiretti, Ettore Prandini - proprio per superare il digital divide tra città e campagne portando la banda ultralarga nelle aziende e sostenere con nuove soluzioni tecnologiche il grande potenziale di innovazione del settore a beneficio della ripresa economica del Paese, accelerando la transizione digitale dell’agroalimentare made in Italy”.

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