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La Pasqua degli italiani sarà all’insegna della dieta mediterranea, con i piati tipici della tradizione, tra verdure, pesce e cereali, meglio a chilometro zero. Così l’ultimo studio dell’Osservatorio sulle tendenze alimentare Polli Cooking Lab

Gli italiani sembrano avere le idee chiare su cosa preparare per gli ospiti in arrivo per festeggiare la Pasqua: secondo una larga parte degli esperti, in fatto di gusto e cucina (79%), sarà la dieta mediterranea a monopolizzare le tavole del Belpaese, con i piatti tipici della tradizione culinaria locale. Celebrata dalle più autorevoli testate internazionali, come il New York Times, che l’ha definita un vero e proprio “stile di vita, dove il cibo è una scusa per socializzare con amici e familiari”, e l’ABC, che ne ha celebrato in un ampio servizio tv i benefici a livello di invecchiamento cellulare e nella perdita di peso, la dieta mediterranea invaderà i piatti degli italiani con verdure (88%), pesce (82%) e cereali (78%). Il motivo di tale successo? Secondo il 75% degli esperti è dovuto all’attenzione sempre maggiore rivolta alla salute, al prezzo vantaggioso dei prodotti locali (69%) e alla riscoperta delle tradizioni culinarie (64%). In netto calo, invece, l’utilizzo di carne rossa (31%), insaccati (28%) e superalcolici (23%). Emerge da uno studio sulla tavola di Pasqua degli italiani promosso dal Polli Cooking Lab (www.pollicookinglab.it), l’Osservatorio sulle tendenze alimentari dell’omonima azienda toscana, su 100 esperti, tra chef, food-blogger e antropologi dell’alimentazione.
Ma quali sono i cibi in testa alle preferenze degli italiani che finiranno sulle tavole di tutto lo Stivale a Pasqua? Se come già anticipato dagli esperti sarà la dieta mediterranea a invadere i piatti degli italiani, al primo posto ci sono le verdure (88%): nella speciale top 10 degli ortaggi pasquali primeggiano i carciofi (91%), seguiti da olive (88%), asparagi (86%), peperoni (84%), insalata (82%), melanzane (79%), cipolle (77%), zucchine (76%), capperi (75%) e pomodori (73%). Al secondo posto il pesce (82%), di gran tendenza sulle tavole e nelle proposte degli chef di tutta Italia con il pesce azzurro (84%), lo sgombro (82%) e il salmone (80%). Molto utilizzati infine i cereali (78%), alla base di pasta (80%), pane (78%) e cous cous (75%). In netto calo invece l’utilizzo di carne rossa (31%), formaggi stagionati (28%) e superalcolici (23%), stesso discorso per le fritture (21%) e le carni lavorate (20%), segno di una crescente attenzione alla linea e alla salute.
“La dieta mediterranea è la migliore espressione della cucina del nostro Paese. Inoltre - spiega l’antropologa dell’alimentazione Lucia Galasso di Antrocom Onlus - la Pasqua ha il pregio di unire le persone a tavola, alla gioia delle convivialità: non solo si mangia insieme, ma si cucinano insieme prodotti e alimenti che affondano nel ricordo familiare il loro senso, ma anche attenti a dettami dietetici ed etici che li ricollegano alla dimensione territoriale e a un’attenta scelta ecologica. Ogni località - continua l’antropologa - ha le sue ricette e i suoi comportamenti alimentari, tutto questo da vita a un’immensa tavolata nazionale. Oggi mangiare sano, mangiare locale, e nel contempo rispettare la biodiversità sono tutti fattori imprescindibili e culturalmente, se non storicamente, legati a quello che è la nostra tradizione alimentare. Una tradizione che ci ha visto accogliere alimenti provenienti dalle culture e dai paesi più diversi e a trasformarli in qualcosa di completamente nostro, tanto da farne la base di una delle cucine più famose del mondo. Penso - conclude la Galasso - che il successo della dieta mediterranea si nasconda proprio nella sua capacità di fare questo, senza perdere la sua identità”.
Secondo gli esperti, quindi, nel pranzo di Pasqua, si mettono in pratica le tradizioni della cucina italiana ereditate dalle precedenti generazioni: avviene infatti una concreta riscoperta degli usi e dei costumi locali tramandati, in primis appunto l’utilizzo di materie prime locali genuine (71%) e a chilometri zero (67%), alimenti alla base della dieta mediterranea. Ma da dove deriva questa crescente popolarità della cucina tradizionale del Belpaese? Secondo il 75% degli esperti questa tendenza è dovuta all’attenzione sempre maggiore rivolta alla salute, in secondo luogo al costo contenuto dei prodotti locali (69%). Secondo chef ed esperti è in atto anche una riscoperta delle tradizioni culinarie (64%), un fenomeno culturale che tocca sempre più italiani.
Paese che vai, tradizione pasquale che trovi: a differenza dell’Italia, dove non possono mancare verdure, pesce e cereali, sulle tavole di tutto il mondo si trovano alimenti dalle caratteristiche differenti. Ad esempio, in Russia il piatto tipico pasquale è rappresentato dalla Paskha, un dolce tradizionale composto da formaggio, uova, mandorle, uva, vaniglia, spezie e canditi. Grande successo degli insaccati e della carne rossa in Germania, dove la tradizione vuole che si prepari l’Osterschinken im Brotteig, letteralmente prosciutto cotto in crosta di pane. Le uova invece trionfano in Grecia, infatti sono alla base della ricetta dello Tsoureki, un pane ricoperto appunto da uova. In Sud America, invece, la ricetta della Fanesca ecuadoregna si avvicina agli alimenti tipici della dieta mediterranea, con dodici varietà di fagioli, zucca e baccalà cotto nel latte, mentre in Messico la Capirotada si discosta dalle tradizioni italiche, essendo composta da un budino di pane, frutta secca, formaggio, sciroppo di zucchero e cannella.

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