La presidenza Trump stenta a decollare, la popolarità del magnate immobiliare è in costante calo in patria, la riforma della sanità è bloccata da settimane in Senato, ma se c’è una cosa che funziona, in senso negativo, è il cambio di strategia commerciale ed economica, quel famoso America First che si traduce in una politica monetaria aggressiva e un atteggiamento che, sui mercati, rispolvera il protezionismo. Con ricadute, ancora limitate e tutte da verificare sul lungo termine, anche sulle esportazioni del made in Italy negli Stati Uniti, che ad agosto 2017 fa segnare una brusca battuta d’arresto, che colpisce anche prodotti simbolo come il vino: -1,1% sullo stesso mese del 2016, come sottolinea la Coldiretti, riprendendo gli ultimi dati Istat sul commercio estero.
Per l’organizzazione agricola si tratta di un segnale preoccupante, che trova conferma anche nell’andamento del vino, che è il principale prodotto agroalimentare italiano esportato negli Usa: dopo anni di crescita ininterrotta, le esportazioni vinicole italiane hanno invertito la tendenza, passando da 1,5 milioni di ettolitri spediti nei primi 7 mesi 2016, per un valore complessivo di 779 milioni di dollari, a 1,49 milioni di ettolitri dello stesso periodo del 2017, per un giro d’affari sostanzialmente invariato.
L’export agroalimentare italiano verso gli Usa, ricorda ancora la Coldiretti, vale complessivamente 3,8 miliardi di euro ed è costituito per la metà dai comparti del vino (1,3 miliardi di euro, il 35% del totale) e dell’olio (500 milioni di euro, pari al 13%), ma rilevante è anche il peso delle esportazioni di formaggi e latticini (289 milioni di euro, 8% del totale), pasta (244 milioni di euro, pari al 6%), prodotti dolciari (198 milioni di euro, 5%) ed ortofrutta trasformata (196 milioni di euro, 5%).
Per l’agroalimentare italiano, continua la Coldiretti, si tratta del primo mercato di esportazione fuori dai confini comunitari, per un valore che è pari al 10% del totale. Nel caso in cui la politica America First del presidente Trump dovesse essere perseguita così come presentata in campagna elettorale, l’economia italiana, secondo le stime Ismea, potrebbe perdere fino a 1,4 miliardi di euro nelle esportazioni verso gli Stati Uniti, di cui oltre 300 milioni nel solo settore agroalimentare.
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