Non sono spaghetti come tutti gli altri: si chiamano “Liberaterra”, arrivano dalla Sicilia e vengono prodotti nei terreni confiscati ai boss di Cosa Nostra. La prima pasta “anti-mafia” si potrà acquistare da marzo nei supermercati Coop di tutta Italia, contribuendo così al sostegno del progetto varato da Libera (www.libera.it), l’associazione presieduta da Don Luigi Ciotti che si pone come obiettivo il recupero dei beni confiscati ai mafiosi. Dopo anni di abbandono i campi delle zone di Corleone, Monreale, San Giuseppe Jato e Piana degli Albanesi vengono coltivati secondo i dettami dell’agricoltura biologica dai ragazzi della cooperativa sociale “Placido Rizzotto”, fornendo un grano ricco di proteine, l’ideale per la produzione di pasta artigianale. Lavorata a mano nell’antico pastificio di Corleone da esperti maestri che seguono una tradizione secolare, la pasta viene trafilata al bronzo e lasciata poi essiccare per più di 40 ore. Il risultato è un prodotto unico per gusto e qualità nutrizionali, ma soprattutto un simbolo importante di impegno e rinascita voluto da un gruppo di giovani che ha accettato con passione questa scommessa, dimostrando che combattere il potere della mafia è davvero possibile.
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