La brutta annata per la produzione di miele si fa sentire: l’import dall’estero (soprattutto da Unione Europea, Paesi europei non Ue, America Centro Meridionale e Cina e Asia Orientale) è stato pari a 49 milioni di euro, nei primi 9 mesi 2017, contro i “soli” 22 milioni di euro di export. I dati Istat purtroppo confermano la tendenza già avviata negli ultimi anni che, a causa del clima impazzito, ha visto la produzione di miele italiano calare di cifre esorbitanti, senza che però la richiesta da parte dei consumatori diminuisse: ecco che in nove mesi sono entrate nei confini italiani 16.000 tonnellate di miele, contro le 5.000 uscite.
Ma i dati non sono solo negativi: nonostante le difficoltà degli ultimi anni, il numero di imprese sul suolo italiano continuano a crescere, raggiungendo un totale di 5.318 aziende attive nella produzione di miele, in crescita del +5% in nove mesi e del 27% in cinque anni. La provincia italiana con più imprese è Torino (238, +7% in nove mesi e + 34% in cinque anni), a cui segue Cuneo con 214 (+5% e +41%), Catania con 205 (+4% e + 30%) e Trento con 148 imprese (+1% e +18%).
Gli addetti sono quasi 3.000 in Italia, di cui oltre 600 in Piemonte e 350 in Lombardia. Proprio quest’ultima è la regina degli alveari italiani, con 705 imprese sul suo territorio sparse tra le provincie di Brescia, la prima tra le provincie con 105 imprese, +2% in nove mesi e +12% in cinque, Bergamo (102, +5% e + 50%), Varese (92 imprese, +1%%) e Sondrio (81, + 14% in cinque anni), ma una forte crescita, secondo un’elaborazione della Camera di commercio di Milano, Monza Brianza, Lodi e di Coldiretti Lombardia sui dati del registro imprese al 2017, 2016, 2012, nel 2017 l’hanno segnata le provincie di Lodi (+18% in nove mesi) e Monza in cinque anni (+57%).
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