“Abbiamo dimenticato come mangiare e abbiamo cominciato a sottovalutare i prodotti che mettiamo nelle nostre tavole, perché siamo troppo attenti all’estetica dei piatti”: è l’ammonimento della psicoterapeuta Vera Slepoj, che, insieme al “Gastronauta” Davide Paolini, giornalista e critico gastronomico, ha ideato il Premio Iolanda (edizione n. 6), riconoscimento nazionale dedicato al miglior libro di cucina e di ricette. “L’estetica dei piatti è importante come veicolo di animazione interiore - sottolinea Slepoj - ma bisogna tornare alla sostanza della cucina, celebrando l’unicità della cucina italiana, perché il cibo è la parte più importante della vita, come anche il vino che, nella tradizione del nostro Paese, ha sempre assunto un profondo valore culturale”.
“Il Premio Iolanda - spiega Davide Paolini - è stato creato per dar voce a quei libri che cercano di narrare, non più i ricettari, ma attraverso il cibo negli aspetti forse meno conosciuti, la cultura materiale, i personaggi, quali i produttori, i mugnai, i casari ecc, le storie che legano la cucina a mondi particolari”. Ad ispirare il nome del premio, promosso insieme alla famiglia Giaccari, è la signora Iolanda, un’istituzione della tradizione culinaria popolare dell’entroterra salentino. La passione di Iolanda per la cucina ha avuto inizio all’età di sette anni, quando ha cominciato a cucinare nelle feste e per le famiglie del Salento. Una passione rimasta costante nel tempo, tanto che oggi, passati gli ottant’anni, la signora Iolanda cucina ancora nella celebre trattoria che porta il suo nome. Le sue specialità? I piatti tipici della tradizione salentina: pasta incannulata e pittule con deliziose verdure, tra le quali la “paparina”. Il premio vuole essere un tributo alla signora Iolanda ed al tempo stesso un modo per valorizzare la grande tradizione della cucina italiana, celebrando quelle ricette che sono un tesoro inalienabile della storia di ogni famiglia, tramandate e custodite gelosamente di generazione in generazione.
“La letteratura intorno alla cucina, le ricette e il food - conclude Vera Slepoj - viene confusa troppo spesso con il cucinare. Oggi chi si interessa di cucina lo fa perché vuole emozionarsi attraverso il cibo. In questo senso il concetto di cucina si avvicina più ad una visione onirica del piacere, perché il gustare avviene ancora prima dell’assaporare un piatto, attraverso la vista”.
Oltre a Rossana Bettini, Alvaro De Anna ed Enrico Pandiani, tra i giurati del premio anche Catena Fiorello, scrittrice e sorella del famoso showman, che ha riconfermato “la mia felicità di essere parte del gruppo del Premio Iolanda perché il mio percorso letterario è molto legato ai temi della cucina, del cibo e delle donne che si inventano nuovi percorsi attraverso il cibo”.
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