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“LA QUALITA’ E’ L’ARMA VINCENTE DEL MADE IN ITALY, UNA SCELTA STRATEGICA IRRINUNCIABILE, UNA SICUREZZA E UNA GARANZIA SIA PER I CONSUMATORI CHE PER GLI AGRICOLTORI”. COSI’ LA CIA A BRUXELLES

“La valorizzazione delle produzioni di qualità è una scelta strategica irrinunciabile, un’arma vincente del made in Italy, una sicurezza e una garanzia sia per i consumatori che per gli agricoltori. Da qui l’esigenza di salvaguardare il nostro agroalimentare che proprio nella qualità, nella tipicità e nel legame con il territorio ha le sue fondamentali prerogative”. Sono questi i concetti che la Cia - Confederazione Italiana Agricoltori ha ribadito nel corso del workshop che si è tenuto presso la sede del Parlamento Europeo a Bruxelles e al quale hanno partecipato eurodeputati, rappresentanti della Commissione Ue, del Copa (Comitato delle organizzazioni agricole europee), del Cogeca (Comitato generale della cooperazione agricola europea). Ai lavori sono intervenuti, fra gli altri, Paolo De Castro, presidente della Commissione Agricoltura dell’Assemblea di Strasburgo, e il presidente della Cia Giuseppe Politi.

Il workshop si è tenuto alla vigilia delle conclusioni del confronto apertosi con la presentazione del “Libro Verde” della Commissione europea il 15 ottobre 2008 con la pubblicazione, il prossimo 8 dicembre, della proposta per un “Pacchetto qualità”, nonché delle linee guida da parte della Commissione e l’adozione della proposta legislativa in Consiglio e Parlamento Europeo nel 2012.

Nel ribadire la condivisione dell’obiettivo di arrivare ad un quadro politico e normativo in grado di promuovere e tutelare la qualità dei prodotti agricoli, evitando costi ed oneri aggiuntivi per i produttori, la Cia ravvisa “che il confronto di questi due anni e le revisioni normative in corso possano portare alla definizione delle linee strategiche di una politica europea della qualità dalla quale far scaturire la competitività del settore ed il benessere dei cittadini”.

D’altra parte, la Cia individua nel rafforzamento del legame con il territorio, nella soddisfazione e fiducia dei consumatori e nella semplificazione amministrativa i pilastri su cui fondare questo percorso di revisione normativa delle politiche sulla qualità. Per la Confederazione la sicurezza igienico-sanitaria è strettamente legata alla qualità e ne rappresenta un prerequisito. La qualità è, quindi, l’insieme di caratteristiche igieniche, organolettiche, nutritive, psico-culturali, etiche, ambientali e relative al benessere animale, tecnologiche e di servizio, che rispondono alle aspettative di consumatori sempre più attenti e sensibili alla ricerca di gusto, ma anche a valori di altro genere. La qualità esalta e valorizza la multifunzionalità propria dell’agricoltura e per la Cia è fondamentale riportare in Europa la fiducia dei consumatori a livelli alti attraverso l’affidabilità dei processi e la serietà del sistema, un’informazione corretta e autorevole, la trasparenza del mercato e l’autorevolezza degli organismi di controllo e di certificazione. Infine, c’è la necessità di semplificazione amministrativa attraverso la riduzione delle norme e la loro applicazione in maniera efficace, annullando le duplicazioni di procedure, valorizzando l’autocontrollo dei produttori e la vigilanza pubblica, con l’ausilio delle nuove tecnologie informatiche. Sono questi gli elementi, alla base del progetto politico della Cia del “nuovo patto tra agricoltura e società”, che hanno guidato l’approccio sul “Libro Verde”.

Per la Cia resta prioritaria l’esigenza di una migliore tutela delle Dop e delle Igp sia a livello nazionale che in Europa e nei paesi terzi. I casi di concorrenza sleale, agropirateria o di “italian sounding” - sempre più intensi e frequenti che arrecano danni di immagine ed economici (decine di miliardi) all’agricoltura italiana e che potrebbero addirittura aumentare, considerato il recente riconoscimento della dieta mediterranea quale patrimonio dell’umanità- vanno debellati creando strumenti in grado di combattere la pirateria economica e difendere l’identità dei nostri prodotti. Ecco perché, secondo la Cia, è urgente accrescere e rafforzare gli strumenti pubblici di tutela per combattere le contraffazioni e l’uso di denominazioni somiglianti o evocative anche attraverso il finanziamento, per un loro ruolo attivo, delle azioni dei Consorzi di tutela e delle Associazioni dei produttori, coordinato con le autorità degli Stati membri e della Commissione.

Nell’illustrare la sua proposta la Cia ha sottolineato, inoltre, che alla crescente propensione del consumatore a rivolgersi direttamente al produttore o al mercato locale per l’acquisto di beni agroalimentari, ha corrisposto un proliferare di iniziative, di modalità e di definizioni che rischiano di generare confusione sia tra i produttori che tra i consumatori. “Da ciò l’esigenza - sottolinea la Cia - di realizzare un sistema ed un simbolo comune per i prodotti tradizionali, quale strumento a supporto della vendita diretta e degli altri circuiti brevi di commercializzazione in ambito locale che, attraverso procedure semplificate, come per il biologico, sia da ausilio per i produttori e per i consumatori”. La conclusione del percorso di revisione normativa sulla qualità dei prodotti agricoli coincide con l’apertura di un altro importante capitolo per il futuro dell’agricoltura europea, la nuova Pac. “Se, come ci auguriamo, il nuovo Regolamento sulla qualità offrirà idonei strumenti normativi per il miglioramento e la tutela della qualità, la Cia, come già proposto con il documento sottoscritto insieme a Confagricoltura e Copagri sul futuro della Politica agricola, auspica - ha rimarcato il presidente nazionale Giuseppe Politi - che la nuova Pac accompagni questa strategia con forti scelte, adeguate risorse e servizi efficaci per rafforzare l’agricoltura, migliorare il reddito dei produttori, salvaguardare l’ambiente ed il territorio europeo”.

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