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LA REGINA D'EGITTO CLEOPATRA MANGIAVA FORMAGGIO PER SEDURRE

Cleopatra, la regina d'Egitto, mangiava formaggio per sedurre Antonio. Riteneva che la rendesse più bella. Non era un elisir ma il formaggio dava vigore e, assieme ai bagni di latte, rendeva la pelle più vellutata. L'ha raccontato il docente egiziano Mohamed El Hofi, intervenendo a Cheese Art, evento enogastromico e culturale nel Castello di Donnafugata.
"Il formaggio - ha detto il professore - è stato sostanzialmente inventato dagli arabi che hanno messo del latte in un budello per consentirne il trasporto. Il latte ha cominciato a condensarsi. Così è nato il formaggio che, tra l'altro, è molto salato e nel nostro Paese viene usato anche contro la disidratazione, piuttosto che bere il latte".
In Egitto il formaggio è molto usato per la colazione mattutina. Lo si mangia con le olive e, d'estate, anche con il melone. La terra dei faraoni ha una divinità che volgarmente è chiamata "testa di mucca". "E' una divinità sacra - ha spiegato ancora El Hofi - Si chiama Hatho ed è dea dell'amore, del piacere e della bellezza". La "mucca sacra" rappresenta il cielo sotto cui il sole e le stelle illuminano la terra e poggia su quattro zampe, identificative dei quattro punti cardinali. In Europa, a causa di una pestilenza, si incrementò la produzione casearia, ha detto la professoressa Irma Naso, docente all'Università di Torino.
"La produzione casearia - ha spiegato la docente - prima e dopo la metà del Trecento era modesta. L'arrivo di un'epidemia di peste, in Nord Italia, ridusse notevolmente la presenza dei braccianti per lavorare la terra. Si pensò così di intensificare gli allevamenti presso le aziende agricole, con la presenza di bovini. Fino ad allora erano state utilizzate le capre. Nascono così le grandi mandrie a cui provvedono non più le donne ma i casari specializzati che lavoreranno il latte e produrranno formaggi. In Italia meridionale, ma anche in Grecia e in Spagna resterà invece la prevalenza degli allevamenti ovocaprini".
E una prima mappa dei formaggi fu realizzata, nel Quattrocento, attraverso un vero e proprio "atlante dei formaggi" realizzato da un medico vercellese, Pantaleone da Confienza, uomo di fiducia di Casa Savoia e consigliere personale del duca. "Era un appassionato gourmet - ha spiegato Naso - e all'interno del suo Summa Latticinorum, suddiviso in tre trattati, raccontava con dovizia di particolari la variegata produzione di formaggi, diversificati per denominazioni, specie e biodiversità. Un primo strumento per conoscere crosta, colore, pasta, prima di avviare l'analisi sensoriale".

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