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La Repubblica

Lvmh in trattative per Castello Banfi ... L'indiscrezione raccolta da Winenews, il polo multimediale che non a caso ha sede a Montalcino: per il territorio e il Brunello sarebbe il salto definitivo al top del mercato, tra i Dom Perignon e Cheval Blanc... Lvmh, big del lusso mondiale, avrebbe messo gli occhi su Castello Banfi, un vero e proprio borgo vitivinicolo nel cuore di Montalcino. L'indiscrezione è di Winenews, polo multimediale che ha proprio sede a Montalcino. Montalcino e il suo Brunello. racconta Winewes sono al centro dell’interesse di tanti investimenti potenziali. Ad oggi solo una trattativa, ancora in via di definizione nella portata e nella forma e che, se andasse in porto, c’è da immaginare che non sarebbe l’ultimo arrivo a Montalcino di marca francese, dopo anche l’acquisto della “culla” del Brunello, la Tenuta Greppo di Biondi Santi, da parte del Gruppo Epi della famiglia Descours. Certo è che il possibile arrivo di Lvmh, già ai vertici nel mondo del vino con marchi di livello assoluto come Moët & Chandon, Krug, Veuve Clicquot, Hennessy, Château d’Yquem, Cheval Blanc e Dom Perignon, consacrerebbe ulteriormente il territorio del Brunello, in contesto di altissimo livello dal punto di vista del posizionamento di mercato, della comunicazione e del prestigio. Nella Montalcino, patria del Brunello, con Castello Banfi, Lvmh troverebbe un’azienda tra le più belle e rinomate al mondo, con una estensione di 2.400 ettari di terreno, di cui 900 a vigneto (di cui 173 a Brunello), ma anche seminativo e bosco, con la peculiarità della confluenza di due fiumi all’interno dell’azienda, l’Orcia e l’Ombrone, e produttrice conclamata di vini importanti, ma anche di prugne, miele ed olio, con un “collage” che fa di Castello Banfi non solo una grande azienda vinicola, ma anche agricola di ineguagliabile bellezza e valore. Senza contare le ville all’interno della tenuta, ed il Castello di straordinaria bellezza, con parti monumentali del Trecento e del Quattrocento toscano. E con un relais che le guide internazionali posizionano tra i migliori del mondo. Una cantina che ha sviluppato un fatturato di 68 milioni di euro nel 2018, e un utile (risultato netto) di 2,2 milioni di euro (dati Mediobanca), grazie a vini esportati in tutto il mondo e premiati dalla critica italiana ed internazionale.

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