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VITICOLTURA DI CONFINE

La Ribolla di Oslavia verso la Doc: la proposta dall’Associazione Produttori Ribolla di Oslavia

Dario Princic, Fiegl, Il Carpino, La Castellada, Primosic, Radikon hanno ufficializzato un insieme di regole condivise, frutto di decenni d’esperienza

Come valorizzare un vitigno e il suo territorio più vocato, condividerne le sfaccettature e le tradizioni, le modalità di lavorazione ed esaltazione del vino? Fondando un’associazione, ad esempio, e scrivendo un disciplinare. È ciò che è successo ad Oslavia, patria della Ribolla Gialla: 6 cantine storiche (Dario Princic, Fiegl, Il Carpino, La Castellada, Primosic, Radikon) si sono unite nel 2008 nell’Associazione Produttori Ribolla di Oslavia e hanno deciso volontariamente di scrivere una proposta di disciplinare del “Collio Ribolla di Oslavia”, per tramandare regole condivise, frutto di esperienze decennali. “ribolliAmo” è invece l’evento che hanno organizzato per ufficializzare oggi questo percorso, nei giorni scorsi nel castello della stessa Oslavia.
Il disciplinare è semplice e, oltre a delimitare geograficamente la zona di produzione, contiene alcune regole sul modo di lavorare il vino e la vigna che dipendono sia dalle scelte di stile e tecnica che i viticoltori coinvolti hanno sviluppato nel tempo, ma anche da alcuni fattori autoctoni imprescindibili: il metodo con cui vengono trattate le viti, le condizioni climatiche, la ponca (il tipico terreno scistoso di quella zona), l’insolazione, l’esposizione dei vigneti e i venti. È un disciplinare che fa trasparire la volontà di “accompagnare” del vino, senza interventi invasivi: quindi, ad esempio, niente diserbo chimico, niente uso di lieviti selezionati, limite alla solfitazione aggiunta e al controllo della temperatura (ammessa solo se le fermentazioni superano i 28 gradi). È prevista - e come non poteva - la possibilità di effettuare macerazioni sulle bucce (minimo due settimane).
Il “Ribolla Oslavia” deve essere ottenuto con il 100% di uve Ribolla Gialla, ma le colmature ammettono un 5% di altri vini ammessi dalle Doc “Collio Goriziano” o “Collio”. La vinificazione e maturazione deve avvenire entro i confini stabiliti dal disciplinare (ma sono ammesse eccezioni che tengono conto delle situazioni storiche delle aziende) e l’uscita in commercio è consentita dopo 24 mesi dalla vendemmia. Molto più elastiche sono invece le indicazioni organolettiche riportate (odore e sapore sono indicate solamente come: “caratteristico tipico”) segno della consapevolezza di quanto le diversità di annata e le scelte stilistiche dei produttori possono portare a variazioni che la maggior parte delle denominazioni italiane non considerano ammissibili.

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