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CURIOSITÀ

La ricerca della felicità? Passa per una prima colazione all’italiana e un sorso di birra alla sera

Il 20 marzo è la Giornata Internazionale della Felicità e sono molti gli studi che legano questo stato d’animo al primo pasto della giornata
COLAZIONE, FELICITA', IO COMINCIO BENE, UNIONE ITALIANA FOOD, Non Solo Vino
La colazione, pasto fondamentale per la salute, e per la felicità

Che sia una ricca colazione al mattino oppure una birra fresca alla sera, la felicità passa sempre per le cose semplici, cibo e bevande in primis. E se c’è un lato, se vogliamo, buono del lockdown è quello di aver fatto riscoprire dei riti una volta etichettati come mordi e fuggi mentre adesso sono imprescindibili. Come la colazione diventato un simbolo del tempo ritrovato tanto che, secondo una ricerca dell’Istituto Eumetra per Unione Italiana Food (Uif), in Italia 9 persone su 10 (il 91%) al primo pasto del mattino non rinunciano. E chissà che grazie alla scienza questa percentuale, già altissima, non cresca ulteriormente: già perché il primo passo per essere felici è non saltare la colazione al mattino. A dirlo, per la Giornata Internazionale della Felicità (20 marzo), è “Io Comincio Bene”, il portale che racconta il valore e l’importanza di questo pasto e che ribadisce l’importanza per l’umore di una corretta prima colazione con una review degli studi internazionali che hanno esplorato questo ambito di ricerca. Con l’occasione, le aziende di Unione Italiana Food, settore “Colazione”, lanciano il canale Instagram “Io Comincio Bene” con lo scopo di valorizzare la colazione dolce all'italiana e i suoi mille risvolti benefici tra storie, ricette e curiosità. La letteratura scientifica internazionale conferma che una colazione bilanciata “accende” il metabolismo, e protegge l’organismo. Uno studio dell’American Heart Association pubblicato sulla rivista “Circulation” mostra che tra i primi beneficiari di una corretta colazione vi è il cuore. Consumare regolarmente la prima colazione regolarizza i livelli di colesterolo “cattivo” nel sangue e migliora la pressione. Inoltre, lo studio evidenzia la correlazione tra patologie come diabete e obesità e la cattiva abitudine di saltare questo pasto. Un’ulteriore conferma arriva da una meta-analisi pubblicata sul Journal of Nutrition nel 2019: saltare la colazione è associato ad un aumento del rischio di diabete di tipo 2. E un lavoro pubblicato su Obesity nel 2020 aggiunge che chi salta la colazione sperando di dimagrire rischia un aumento a breve termine del colesterolo Ldl.
“Consumare regolarmente la prima colazione allieta l’organismo e di conseguenza la psiche per diversi motivi, in primo luogo, a causa dei ritmi circadiani - commenta Luca Piretta, nutrizionista e gastroenterologo del Campus Biomedico di Roma -. Infatti, al mattino il nostro organismo è pronto a ricevere i nutrienti tanto desiderati durante il lungo digiuno notturno. Inoltre, gli stessi nutrienti di una colazione dolce, all’italiana, rendono l’esperienza della colazione una gioia per il palato: nei cereali c’è triptofano, amminoacido precursore della serotonina, l’ormone della felicità. Mentre il calcio contenuto in latte e yogurt aiuta la trasmissione degli impulsi nervosi del piacere. Insomma, fare colazione, dolce o salata, fa sempre bene. Ma una colazione con alimenti dolci stimola maggiormente l’umore”
.
Anche sui benefici della prima colazione per la mente c’è un’ampia casistica. Una ricerca, condotta nel 2012 presso il Sussex Innovation Centre di Brighton, ha dimostrato che chi mangia dopo il risposo notturno mostra un 89% di ansia in meno nell’affrontare le situazioni difficili della vita. Fare colazione riduce anche lo stress, che genera malessere all’intero organismo, compromettendo lo stato psicofisico della persona. Degno di nota anche una ricerca iraniana sulla relazione tra felicità e corrette abitudini alimentari degli studenti universitari: fare colazione, assumere regolarmente frutta e verdura renderebbe più felici. Per Gaia Vicenzi, psicologa-psicoterapeuta cognitivo-comportamentale e sessuologa clinica, “consumare la prima colazione aiuta l’umore, specie se la facciamo in compagnia: dedicare tempo al suo consumo e anche alla preparazione aiuta a planare con lentezza sulla giornata, in modo che il risveglio non venga percepito come fonte di stress”. La scienza ci dice anche che succede se saltiamo questo pasto: uno studio giapponese, “The Furukama Nutrition and Health Study”, condotto dal 2016 al 2019 su 716 persone di età compresa fra i 19-68 anni, ha messo in relazione il consumo della prima colazione con le probabilità di sviluppare sintomi depressivi.
I risultati? In assenza di pregressi disturbi mentali, il rischio di sviluppare sintomi depressivi nei partecipanti è cresciuto al diminuire della frequenza con cui essi facevano colazione. Analoghe conclusioni arrivano da una ricerca effettuata nel 2020 su un gruppo di 1.060 studenti di college in Cina: l’analisi ha portato alla luce una relazione inversamente proporzionale tra la frequenza con cui è stata consumata la prima colazione e il rischio di cadere in depressione. E gli esperti sono d’accordo. Secondo Luca Piretta, “saltare la prima colazione significa andare a stressare meccanismi di distribuzione e immagazzinamento dei nutrienti, senza contare che aumenta il rischio di contrarre un maggior numero di patologie”. Consigli che gli italiani hanno già applicato, magari inconsciamente, in uno dei momenti più difficili e “tristi” del nostro tempo.
Secondo l’Osservatorio Doxa-Unione Italiana Food, durante il primo lockdown un italiano su tre ha riscoperto il valore della prima colazione in famiglia o con il partner e il 28% ha dedicato più tempo al primo pasto della giornata, con un picco del 35% nella fascia 18-34 anni.
Quindi semaforo verde per una ricca colazione all’italiana, ma ogni tanto alla sera la ricerca della felicità prevede come non sia sbagliato concedersi anche una birra fresca, una bevanda da sempre associata al relax e al buonumore. “Portaci da bere uno shot di birra ma fredda, con o senza schiuma, scura o chiara, ma che sia una birra”, cantavano due grandi della musica come Enzo Jannacci e Giorgio Gaber nel 1959.
Ma che una “bionda” sia un elisir per la felicità lo dice perfino la scienza: secondo uno studio condotto dall’Università Friedrich-Alexander di Erlangen-Norimberga pubblicato su Scientific Reports, l’ordenina, una sostanza presente nell’orzo maltato, attiverebbe il recettore della dopamina D2 esclusivamente attraverso le proteine G, stimolando più a lungo il centro di ricompensa del cervello. Inoltre ricercatori dell’Università di Oxford hanno individuato nella birra degli effetti positivi sul piano delle interazioni sociali
. Lo conferma pure un’indagine pubblicata su CBS News da cui risulta che un consumo moderato di alcol renda le persone più socievoli, empatiche e disinibite, permettendo loro di individuare volti altrettanto allegri nella folla più velocemente. E poi la birra rientra di diritto nel fenomeno del comfort drink. Esistono infatti bevande capaci di regalare sensazioni analoghe a quelle che provoca il cibo. La birra è storicamente considerata una fedele compagna di aperitivi, concerti, partite e serate con gli amici. Un sorso per molti è un “toccasana” dopo una giornata lunga e faticosa di lavoro ed ha il potere di far riaffiorare momenti piacevoli. Infine, il consumo moderato di birra può portare anche a dei benefici per la salute: secondo alcuni studi pubblicati su NBC News, il mix di vitamina B, fosforo, acido folico, niacina, proteine, fibre e silicio in essa contenuto può aiutare a impedire la formazione di batteri sui denti, avere un impatto positivo sui livelli di colesterolo e prevenire il rischio di diabete, attacchi di cuore, Alzheimer e osteoporosi.

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