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LA RIFORMA PAC SUPERA IL PRIMO VOTO DELLA COMMISSIONE UE: FONDI PER BIO E GIOVANI,AGRICOLTURA PIÙ VERDE, MENO BUROCRAZIA. AUMENTO DEGLI AIUTI DIRETTI AI PRODUTTORI ITALIANI. DIRITTI D’IMPIANTO DEI VIGNETI PROROGATI AL 2030

Il primo “pacchetto” di riforma dell’agricoltura europea per una Pac più “verde” supera il primo ostacolo e passa al voto della Commissione Agricoltura e Sviluppo Rurale del Parlamento europeo a Bruxelles. Un testo importante, che prevede che almeno il 25% del bilancio destinato allo sviluppo rurale, e il 30% delle sovvenzioni agricole, siano consacrate in futuro all’agricoltura biologica, a una politica più “verde” e a misure agro-ambientali. Per la prima volta, quindi, una parte dei pagamenti diretti agli agricoltori saranno associati a delle misure ecologiche, e tra le misure rilevanti c’è anche la decisione “di limitare i contributi europei a un tetto di 300.000 euro per agricoltore, mentre il 2% del bilancio stanziato per la politica agricola si vuole destinarlo ai giovani e ai nuovi agricoltori”. È previsto poi un ravvicinamento tra gli aiuti Ue all’ettaro che ricevono gli agricoltori nei diversi Stati membri (la cosiddetta convergenza) ma si prevede anche “una ripartizione degli aiuti più equa all'interno di ogni Stati membro”. La Commissione parlamentare ha infatti deciso “che le aziende di dimensione inferiore a 50 ettari riceveranno un aiuto supplementare prelevato sui più grossi beneficiari”. Non ultimo, “la burocrazia viene notevolmente alleggerita e semplificata per le aziende agricole di meno di 10 ettari”.

Il voto della commissione agricoltura del Parlamento europeo sulla futura riforma della Pac “si tradurrà per l’Italia - ha spiegato Paolo De Castro, Presidente della commissione agricoltura - in un aumento degli aiuti diretti ai produttori, a regime, di circa 44 milioni di euro annui” rispetto alla proposta della Commissione europea. Per quanto riguarda i singoli settori, ad esempio, “gli aiuti per l’olio d’oliva saranno indirizzati, così come previsto per l’ortofrutta, alle organizzazioni di produttori e all’interprofessione con l’inclusione di una serie di attività innovative all’interno dei programmi triennali. Le associazioni delle organizzazioni di produttori ortofrutticoli potranno gestire fondi di esercizio e attuare programmi operativi, al cui interno, i prodotti trasformati potranno beneficiare della misura del ritiro dal mercato”. Quanto al vino, come spiega ancora De Castro, “è prevista più ricerca, sviluppo e promozione, mentre i diritti d’impianto dei vigneti saranno prorogati fino al 2030”. Sul fronte commerciale poi si “reintroduce l’obbligo del Paese di origine in etichetta per i prodotti ortofrutticoli venduti freschi” e a tutti i prodotti di qualità certificata viene esteso il principio della contrattazione e della programmazione produttiva.

Soddisfazione per la strada che ha intrapreso la nuova Pac anche dalla Cia - Confederazione Italiana Agricoltori: “un primo importante passo - ha sottolineato il presidente Giuseppe Politi - per una riforma che risponda adeguatamente alle esigenze degli agricoltori. Non possiamo che apprezzare il lavoro svolto dagli eurodeputati e in particolare quello del presidente della Commissione Paolo De Castro. Gli emendamenti votati, peraltro a grande maggioranza, cambiano totalmente l’impianto originario della riforma Pac predisposto dall’Esecutivo Ue. La maggior parte degli emendamenti erano stati sollecitati dal mondo agricolo italiano e sostenuti dal governo. Ovviamente, il voto della Commissione di Strasburgo è soltanto l’inizio, seppur significativo, di un cammino ancora lungo e difficile. Il confronto tra Parlamento europeo, Consiglio e la Commissione Ue si presenta complesso, i problemi da risolvere, d’altronde - conclude Politi - restano molti, a cominciare dal nodo del bilancio comunitario, la cui approvazione è condizionante per la nuova Pac”.

Anche le organizzazioni cooperative di Italia, Francia, Spagna e Portogallo considerano “un significativo passo in avanti, rispetto alla proposta originaria”, il voto espresso dalla commissione agricoltura del Parlamento europeo. Insomma, affermano unanimi, “dalla commissione agricoltura é uscito un testo di riforma decisamente migliorato”. Tra le principali novità, suggerite anche dalle stesse organizzazioni , “c’è l’esclusione delle cooperative dall’applicazione del tetto massimo di aiuti Ue percepibili, la definizione più precisa dei compiti e degli obiettivi attribuiti alle organizzazioni dei produttori e la possibilità anche per le grandi imprese di accedere ai finanziamenti per gli investimenti”.

Focus: il commento del presidente della Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo Paolo De Castro alla fine delle votazioni

“È sicuramente positiva la valutazione delle due giornate di voto, da cui emerge il chiaro intento di mettere al centro i reali protagonisti della politica agricola: il lavoro e l’impresa. Le novità approvate oggi in Commissione - ha sottolineato Paolo De Castro, presidente della Commissione Agricoltura e sviluppo rurale del Parlamento europeo - prevedono l’introduzione di importanti strumenti di flessibilità per gli Stati Membri. Per i paesi a programmazione regionale sarà possibile compensare le somme non utilizzate di uno o più programmi di sviluppo rurale con somme spese oltre tale limite da altri programmi (sempre di sviluppo rurale). Sul versante del “greening”, il mancato rispetto dei requisiti non influenzerà l’erogazione dei pagamenti di base. Inoltre, in caso di conferma per gli anni successivi degli importi percepiti l’anno precedente, gli agricoltori potranno presentare domande di pagamento pluriennali. Previste poi anche ulteriori misure di sostegno per le regioni i cui agricoltori versano in gravi difficoltà finanziarie a seguito di condizioni eccezionali: in questi casi, gli Stati Membri potranno incrementare fino all’80% (anziché del 50% per i pagamenti diretti e del 75% per lo sviluppo rurale) la percentuale degli anticipi sulla Pac. La Commissione Agricoltura del Parlamento europeo ha confermato con impegno e determinazione la volontà di creare condizioni e strumenti concreti di sostegno per l’agricoltura europea, con il chiaro intento di mettere al centro i suoi reali protagonisti: il lavoro e l’impresa. Adesso - ha concluso De Castro - aspetteremo gli esiti del vertice del 7-8 febbraio sulle prospettive finanziarie dell’Unione, le cui ricadute sulle risorse Pac saranno valutate in Aula a marzo in occasione del voto della proposta di riforma e potrebbero portare a eventuali correzioni emendative. E dopo marzo, in accordo con il presidente del Consiglio agricolo Ue Simon Coveney, daremo avvio alla fase dei triloghi”.

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