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“LA RIVOLUZIONE MONDIALE? UN PRANZO DI GALA” AVREBBE DETTO LENIN. IN RUSSIA, AL VIA, IL XIX WORLD FOOD MOSCOW. L’ITALIA IN POLE POSITION …

“La rivoluzione mondiale? Un pranzo di gala”. Fosse stato presente alla XIX Fiera mondiale dell’alimentazione, Lenin avrebbe probabilmente rivisto il suo famoso slogan. Organizzata col sostegno del Ministero dell’Agricoltura della Federazione russa, a Mosca, la fiera ha aperto ieri i suoi battenti: Alla maratona industrial-culinaria, di scena fino al 17 settembre, prendono parte oltre mille espositori in rappresentanza di colori, suoni, sapori e odori di 55 paesi. Forte la presenza italiana, imprenditori, consorzi e istituzioni, ricalca lo schema del 2009.

Le industrie agroalimentari di Roma puntano in maggioranza alle nicchie medio-alte del mercato russo, segnando alcuni punti a favore grazie proprio alla Fiera del 2009. “Venire qui lo scorso anno ha pagato. Il nostro olio di oliva extravergine, Cerasuola, si sta affermando in Russia”, ammette con una punta di orgoglio Vincenzo Tedesco della Camera di Commercio di Trapani. Alla ristorazione di alto livello mira, invece, il progetto “Italian Organic Food Style”. Secondo Oreste Del Re (Buonitalia), questo settore “è stato toccato in modo piuttosto marginale dalla crisi”. Il piano sponsorizzato dal nostro Ministero dell’Agricoltura punta a far arrivare sulle tavole dei buongustai russi i migliori prodotti della filiera biologica italiana. Non sempre, però, le cose vanno per il verso giusto: Aurelio Pannitteri, presidente di Rosaria arancia rossa, è alla sua terza fiera con il consorzio Premium Fruit.

Nonostante i successi nazionali ed europei, in Russia l’arancia tarocco non “riesce a farsi spazio” ammette l’imprenditore siciliano. “Serve il sostegno della politica” sottolinea Pannitteri, poichè “la concorrenza turca e greca è molto organizzata e forte”. La dogana continua a rappresentare il maggior problema. “Burocrazia e dazi si rivelano ostacoli insormontabili per molte Pmi” spiega Elena Burigana della Regione Veneto. Polemico Domenico Dal Bò dell’Associazione Produttori Ortofrutticoli Veneto Friulana, che lamenta lo “scarso impegno delle istituzioni”. Già presente sul mercato agricolo federale soprattutto con mele, pere e kiwi, l’Associazione cerca di lanciare in Russia la pera tipica di Venezia. Per Dal Bò che vorrebbe “una politica che faccia politica”, alla “Fiera l’Italia non c’è”.

Il nostro stand “non è italiano, ma veneto ed europeo; siamo il terzo gruppo del Paese ma l’Ice non l’abbiamo ancora visto”. Non solo palati di lusso però nel mirino delle aziende italiane presenti al World Food Moscow. La filiera agroalimentare di Frosinone, specializzata nell’export di mosto, farina per la pizza e verdure lavorate, appartiene a questo secondo segmento di aziende alimentari italiane. Meno glamour, più sostanza e tanto interesse dei consumatori. In fondo la scommessa fatta dal settore gastronomico è una: l’affermazione anche in Russia del cibo italian style. Vino al posto della vodka e olio d’oliva invece del burro. Una rivoluzione appunto.

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