Insieme al Palazzo dei Normanni, ai mercati di Ballarò e Vucciria, alla Cattedrale, alla Chiesa della Martorana e ad altre mille bellezze, l’Orto Botanico di Palermo è uno dei luoghi più belli e visitati della capitale della Sicilia. Orto tra i più importanti d’Italia, e che custodisce al suo interno una vigna particolare, la “Vigna del Gallo”, sintesi estrema della grande biodiversità vinicola del continente enoico siciliano, che raccoglie 95 biotipi di viti autoctone della Regione. Vigna che, da qualche giorno, è diventata anche un monumento vivente da uno degli uomini che più ha segnato il rinascimento del vino siciliano, ovvero Diego Planeta, al quale la vigna è stata intitolata ad un anno dalla sua scomparsa. Un omaggio a quello che è considerato “il padre” della viticoltura siciliana, voluto dalla famiglia Planeta, insieme al Consorzio di tutela Vini Doc Sicilia, all’Università degli Studi di Palermo con il Sistema Museale di Ateneo, all’Orto Botanico di Palermo e all’Istituto Regionale del Vino e dell’Olio, che hanno così “reso omaggio a una grande personalità, che più di chiunque altro ha contribuito all’innovazione enologica della Regione”.
“Diego Planeta è stato senza dubbio il punto di riferimento per la viticoltura siciliana - commenta Antonio Rallo, presidente del Consorzio di tutela Vini Doc Sicilia - e siamo emozionati nel rendergli omaggio intitolando a lui la “Vigna del Gallo”, un progetto che racchiude l’amore che il Cavaliere del Lavoro Diego Planeta ha sempre portato per il nostro vino e per l’agricoltura, vissuta come strumento di riscatto sociale e di progresso. Questa vigna, che ospita le varietà autoctone siciliane, testimonia l’importanza che da sempre attribuiamo alla conservazione della biodiversità nella nostra Isola. Mi piace pensare che tra i suoi filari si possano ogni giorno ritrovare quei valori di ricerca, innovazione, cura per l’ambiente che Diego Planeta, uomo poliedrico e visionario, ci ha insegnato a rispettare e coltivare. Senza di lui il vino siciliano non avrebbe mai raggiunto la qualità e la competitività che oggi può orgogliosamente mostrare in tutto il mondo”.
“Siamo onorati - commenta Francesca Planeta a nome della famiglia Planeta - l’Orto Botanico di Palermo è un luogo magico, che racchiude in sé l’amore che tutti noi portiamo verso la Sicilia e la sua incredibile biodiversità e ricchezza culturale. Mio padre è stato un innovatore, un uomo di grande cultura che tanto ha fatto per il nostro territorio: non posso quindi che esprimere tutta la nostra gratitudine nei confronti del Consorzio di Tutela Vini Doc Sicilia e del presidente Antonio Rallo, dell’Università degli Studi di Palermo e di tutte le nostre Istituzioni per aver scelto di intitolare a lui la Vigna del Gallo. Tra i suoi filari rivivrà per sempre la sua passione per il nostro vino e passeggiando per l’Orto Botanico avremo modo di ricordarlo ogni giorno”.
La “Vigna del Gallo”, oggi “Vigna del Gallo - Diego Planeta”, come detto, ospita 95 biotipi di viti autoctone nell’Orto Botanico di Palermo e rappresenta un progetto promosso dall’Università degli Studi di Palermo e dal Consorzio di tutela vini Doc Sicilia per valorizzare le varietà autoctone della Regione Sicilia. In uno spazio unico trovano posto le specie reliquie siciliane e le cultivar indigene riscoperte, emblema della storia enologica dell’Isola e vero e proprio museo a cielo aperto offerto alla cittadinanza, ai visitatori e agli appassionati che hanno così l’opportunità di soffermarsi sulla bellezza del luogo e conoscere una parte della storia della Sicilia.
Focus - Diego Planeta, il ritratto
Nato a Palermo il 2 febbraio 1942, Diego Planeta comincia a lavorare presto, a 18 anni. Nel 1967, costituisce a Vittoria, la SIS, società per azioni che opera nel campo dei servizi per l’agricoltura, oggi presente nell’intero territorio nazionale. Successivamente stabilisce il suo “quartier generale” a Menfi, di cui, dal 2012, è cittadino onorario. Qui ha condotto le aziende agricole della famiglia, e il progetto di Cantine Settesoli (di cui è stato presidente dal 1972 al 2011), oggi la più grande cantina cooperativa europea. Dal 1985 al 1992 è stato presidente dell’Istituto Regionale della Vite e del Vino, dove è stato protagonista del rinnovamento e della qualificazione del vino siciliano, avvalendosi di prestigiose consulenze a partire da quella di Giacomo Tachis. Dal 1987 è componente dell’Accademia Italiana della Vite e del Vino. Per il contribuito al processo di internazionalizzazione della Sicilia enoica, nel 2003 ha vinto il Premio Florio. Nel 2004 è nominato Cavaliere del Lavoro dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi e riceve la laurea ad honorem in Scienze e Tecnologie Agrarie dall’Università di Palermo. Nel 2008 è nominato presidente di Assovini Sicilia, carica mantenuta fino al 2011. In un ciclo di attività così ricco e proficuo occupa un posto privilegiato, evidentemente per motivi che oltrepassano il puro lavoro, l’azienda di Menfi. Nata agli inizi degli anni Novanta ed oggi affidata alla figlia di Diego Planeta, Francesca, e ai nipoti Alessio e Santi, oggi un fiore all’occhiello della viticoltura italiana.
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