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“LA SICUREZZA, LA TRASPARENZA E LA SALUTE DEI NOSTRI CITTADINI RAPPRESENTANO UNA PRIORITA’”. COSI’ IL MINISTRO DELLE POLITICHE AGRICOLE COMMENTA L’OPERAZIONE DI SEQUESTRO DI OLTRE 3.000 TONNELLATE DI FALSO OLIO EXTRAVERGINE ITALIANO

“La sicurezza, la trasparenza e la salute dei nostri cittadini rappresentano una priorità del Ministero delle Politiche Agricole e l’importante operazione appena conclusa del Nucleo Antifrodi dei Carabinieri di Parma, a difesa di un prodotto simbolo del nostro Made in Italy, l’olio extravergine di oliva, ne è una dimostrazione”. Così il ministro delle Politiche Agricole, Saverio Romano commenta il sequestro di oltre 3.000 tonnellate di olio, per un valore commerciale di almeno 10 milioni di euro, nelle province di Agrigento, Bari e La Spezia. Le insidie, per il comparto agroalimentare italiano, restano quindi sempre le stesse, a prescindere da chi sieda sullo scranno del Ministero di Via XX Settembre, le risposte dell’Arma del resto non si fanno attendere. Il neo Ministro Saverio Romano, del resto, pare intenzionato a seguire sul solco dei suoi predecessori, Luca Zaia e Giancarlo Galan.

L’operazione è seguita alle indagini condotte dal Nucleo Antifrodi dei Carabinieri di Parma e dalla Compagnia dei Carabinieri di Sciacca (Agrigento), coadiuvati dall’Ufficio Antifrode dell’Agenzia delle Dogane di La Spezia. 2.450 tonnellate sono state individuate in una grossa impresa del settore oleario di Agrigento, che commercializzava olio straniero come nazionale e falso olio extravergine di oliva, chiusa su provvedimento della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Sciacca. Il titolare, accusato di frode aggravata nell’esercizio del commercio e sottoposto a misura cautelare del divieto di esercizio delle attività imprenditoriali, avrebbe commesso frodi su ingenti quantitativi di olio, oltre che all’estero (Usa e Cina), anche in altre province. Altri sequestri sono avvenuti, infatti, presso stabilimenti produttivi produzione e di stoccaggio di olio di oliva, in provincia di Bari (500 tonnellate), Genova e La Spezia (50 tonnellate). L’olio dichiarato di “extravergine di oliva”, in seguito ad analisi, è risultato in alcuni casi “lampante” (quindi non commestibile) e in altri solo “olio di oliva vergine”, pertanto di qualità molto inferiore rispetto a quella dichiarata in etichetta.

Le indagini hanno preso avvio dal sequestro, lo scorso dicembre, di un carico di olio, di provenienza tunisina e non italiana, come invece dichiarato in etichetta, destinato ai mercati della Cina e degli Stati Uniti, pari a 47.000 kg. “Va evidenziato il prezioso lavoro svolto dai Nuclei Antifrodi del Comando dei Carabinieri presso il Ministero per le Politiche Agricole Alimentari e Forestali e delle loro unità temporali - conclude Romano - a difesa della sicurezza agroalimentare e della qualità dei nostri prodotti”.

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