La sostenibilità - ambientale, economica e sociale - è ormai diventata obiettivo comune e condiviso dalla stragrande maggioranza delle imprese, in maniera trasversale ad ogni settore produttivo, compreso, ovviamente, quello del vino, espressione e prodotto del territorio. Una strada percorsa, in maniera diversa, da sempre più cantine in Italia e nel mondo, per rispondere alle sfide del cambiamento climatico e del riscaldamento globale. Nacque così, oltre due anni fa, la “International Wineries for Climate Action”, organizzazione delle aziende del vino, guidata dalla spagnola Torres, che si è posta come obiettivo primario l’abbattimento dell’80% delle emissioni entro il 2045. In Italia, invece, tra ambiente e diritti, un big della cooperazione come Caviro, così come l’azienda leader del Brunello di Montalcino, Banfi, pubblica ogni anno il proprio “Bilancio di Sostenibilità”, mentre il Ministero delle Politiche Agricole, dopo aver firmato il decreto attuativo, quasi due mesi fa, sta lavorando alle regole del “sistema di certificazione della sostenibilità della filiera vitivinicola”, ovvero uno standard unico nazionale ed ufficiale, che possa comprendere quelli nati, in maniera indipendente, nel corso degli anni.
In questa cornice, dalle tante sfaccettature, Jackson Family, realtà che possiede diverse tenute in California ed in Oregon, ma anche in Francia, Australia e Sudafrica, e che dalla metà degli anni Novanta ha investito nella Tenuta di Arceno, a Castelnuovo Berardenga, nel cuore del Chianti Classico, ha lanciato un piano di azione decennale per il clima e la sostenibilità, accompagnato da una serie di masterclass virtuali con il vino come focus. Il piano, denominato “Rooted for Good: Roadmap to 2030 Initiative”, fa parte del “decennio di azioni” che l’azienda ha deciso di intraprendere per raggiungere i propri obiettivi di sostenibilità e per affrontare la crisi climatica in corso. Sono tre le aree su cui interverrà Jackson Family Wines: riduzione delle emissioni di gas serra, gestione dell’acqua e conservazione del territorio attraverso pratiche agricole rigenerative. E il piano affronterà anche la responsabilità sociale dell’azienda per promuovere la diversità, l’equità e l’inclusione nel luogo di lavoro e nella comunità del vino.
L’azienda vinicola ha anche in programma di lanciare una serie di masterclass virtuali, divisa in cinque parti, intitolata “Rooted for Good: Fostering a Sustainable Future for the Wine Industry”, per provare a creare un dialogo all’interno della comunità mondiale del vino sul ruolo che il settore può svolgere nel trovare soluzioni concrete per il clima. Ogni dibattito vedrà un gruppo di esperti globali, scienziati, leader internazionali e innovatori dell’industria del vino esplorare argomenti come il carbonio e l’azione per il clima, la gestione dell’acqua, l’agricoltura rigenerativa e la salute del suolo, la responsabilità sociale e la diversità e il loro ruolo nella qualità del vino.
“Tutti hanno a cuore l’ambiente, c’è bisogno di un cambiamento sociale, quello che noi chiamiamo “il decennio dell’azione”, supportato da molte attività, che faremo di tutto per assicurarci che abbiano successo”, spiega Rick Tigner, Ceo di Jackson Family Wines. “Il nostro futuro sarà più grande del nostro passato. Non vedo l’ora di vedere la prossima generazione prendere in mano questa operazione e portare altre aziende vinicole al nostro tavolo. Assumersi la responsabilità di costruire un futuro migliore è uno dei nostri valori, e la famiglia Jackson si impegnerà per fare la cosa giusta”.
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