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LA “SPENDING REVIEW” DELLE CENE ELETTORALI: PER TUTTI I PARTITI MENU LOW COST TRA I 20 E I 30 EURO. DA QUELLA AL PUB DEL PD AL MENU FISSO DEL PDL, DALLA PIZZA & BIRRA DI SEL A NAPOLI AL “RICCO BUFFET” DI BEPPE GRILLO, ALLA “CINGHIALATA” DELL’UDC

Tempi di magra per gli italiani, e anche i menu delle cene elettorali si adeguano. Addio a ostriche e champagne o alta cucina, dunque, per raccogliere fondi e voti. Almeno a vedere la “road-map”, tracciata dall’Adnkronos. A Bologna, una delle roccaforti del partito, il Pd, stasera, punta su un ristopub stile british: 25 euro a testa per scegliere tra panini, primi, secondi, dolci e birra artigianale. Menu low cost anche per il Pdl nella “rossa” Toscana: da 25 a 30 euro in due appuntamenti in provincia di Arezzo. Menu tutt’altro che da “5 stelle” per Beppe Grillo: a Monza, pochi giorni fa, per i simpatizzanti “ricco buffet” da 30 euro in un’osteria di Monza, tra risotto taleggio e mela, quiches con zucchine, salame al coltello, chiacchiere (nel senso dei dolci) e così via. All’insegna della sobrietà anche i menu di Sel, che a Napoli a puntato, ovviamente su pizza e birra, mentre a Verona, con 25 euro, i sostenitore hanno cenato a suon di pasta e fagioli, spezzatino, e patate e polenta. L’Udc (che sostiene Monti), ha puntato, invece, su un grande classico della cucina toscana, visto in provincia di Pisa è andata in scena la classica “cinghialata in piazza”: 20 euro per antipasto, pappardelle, cinghiale in umido e così via. Ma c’è anche chi ha puntato sulle degustazioni di vino, come ha fatto a Firenze (con il Sagrantino della griffe umbra Caprai) “Fare per fermare il declino” di Oscar Giannino. Che menu votereste?

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