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LA STAMPA

Le 4 stelle che mettono d’accordo tutte le guide ... Sono soltanto quattro le bottiglie che mettono d’accordo tutte le guide, e cioè “L’Espresso”, “Gambero Rosso”, “Ais-Bibenda”, “Veronelli” e “Slow Food” quattro etichette che, guarda caso, coprono l’intera Penisola. Il Nord con il Barolo Monfortino Riserva 2004 di Giacomo Conterno, il Centro con il Sassicaia 2008 e il Brunello di Montalcino 2006 La Cerbaiola Salvioni e, a sorpresa, il Sud con il Primitivo di Manduria Es 2009 di Gianfranco Fino. Quattro grandi bottiglie in grado di rappresentare al meglio l’Italia enoica, come emerge da una ricerca realizzata da www.winenews.it. Un grande vino che sa stupire, ma che non stupisce a questi livelli perché già nel 2010 il “Gambero Rosso” aveva scelto Gianfranco Fino come viticoltore dell’anno. La sua avventura vinicola Fino è cominciata nei primi anni Duemila quando acquistò a Lama (Agro di Manduria), nel Tarantino, una vigna vecchia, anzi vecchissima. Nel 2004 a prima vendemmia di “Es”, che arriva al top con annata 2006 e all’incoronazione con questo 2009. Un solo vino tra quattro più acclamati dalle guide è un po’ poco per il Piemonte de Barolo e del Barbaresco, ma sono tantissime le aziende appena un gradino sotto e regne. Il Barolo Monfortino 2004 dell’azinda Giacomo Conterno mette comunque tutti d’accordo. Da quei filari di nebbiolo a Monforte, siamo nel cuore delle Langhe, arrivano capolavori enologici da decenni, un valore che tutto il mondo degli enoconsumatori riconosce. Se si aggiunge anche la guida di Luca Maroni, appena uscita, ai giudizi per scegliere il vino dell’anno, al top restano solo due bottiglie: il pugliese “Es” e il Sassicaia 2008 ovviamente della Tenuta San Guido di Bolgheri. Da anni, la prima bottiglia è datata 1968, un mito dell’enologia italiana. Cabernet Sauvignon (85°/o) e Cabernet Franc sono i vitigni di un rosso caldo, armonico e maestoso diventato un “cult” con annate come il ‘78, il ‘90 o il 2004. L’avventura di Giulio Salvioni è cominciata nel 1985 e il suo esordio lasciò tutti a bocca aperta. In 26 anni molte cose sono cambiate nell’azienda d Montalcino, ma non la scelta di far diventare il Brunello un “supertuscan”. La Cerbaiola 2006, il figlio del Sangiovese che mette d’accordo tutte le guide ha carattere forza e ben poco di ruffiano. Forse per questo in un momento in cui trionfano vini veri è arrivato così in alto.

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