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LA STAMPA

L’enoteca virtuale deve vincere le sfide delle emozioni e della burocrazia ... L’e-commerce cresce, ma non supera i 30 milioni di euro ... Vino e web. A giudicare dai numeri attuali, sembra improbabile che le enoteche italiane possano fare presto la fine di Blockbuster, la catena americana di negozi per l’acquisto e il noleggio di dvd soppiantata da tv on demand, streaming e download. Secondo una recente indagine di WineNews, il giro d’affari dell’e-commerce italiano (esclusa la vendita diretta delle cantine sui siti aziendali) non supera i 30 milioni di euro. Numeri irrisori, se si pensa che l’intero valore alla produzione è di circa 4 miliardi. “Difficile stimare il volume complessivo, sia perché mancano statistiche ufficiali e player di riferimento assoluto, sia perché tante realtà di e-commerce sono restie a fornire i dati - dice Alessandro Regoli di WineNews -. Ma per ora questa formula non è decollata”. Difficoltà burocratiche, rischi di spedizione, aspetto emozionale dell’acquisto che via web manca: sono alcuni dei principali ostacoli individuati dall’indagine, “anche se lo scenario è destinato a cambiare rapidamente nei prossimi tempi. Senza dubbio, un grande stimolo potrà arrivare se e quando si riuscirà a risolvere il problema di non poter vendere vino all’estero a causa della burocrazia legata al commercio di alcolici”. Alessandro Morichetti, noto blogger che da un paio d’anni ha accettato la sfida di doyouwine.com, progetto albese che propone la vendita on line divini piemontesi, in parte concorda. “L’e-commerce del vino in Italia - dice - si sta muovendo a rilento e con molto ritardo. La diffidenza verso gli acquisti digitali, le peculiarità intrinseche del prodotto, l’abbondanza di cantine raggiungibili sul territorio e la ricerca spasmodica dello sconto non depongono a favore, ma è solo questione di tempo. La domanda sta crescendo e l’offerta si va perfezionando”. Ma a chi dice che sul web si perde il rapporto umano, Morichetti ribatte: “E falso. Noi ci stiamo impegnando proprio in questa direzione. L’idea è dare al nostro progetto l’appellativo di “Enoteca parlante”, che suona male ma funziona molto bene. Noi parliamo, esistiamo, siamo in chat praticamente tutti i pomeriggi, rispondiamo a dubbi, offriamo consigli, rendiamo dinamico un processo altrimenti freddo e impersonale”. Anche Vinitaly non intende stare fermo e, dopo 47 anni di promozione “tradizionale”, lancia oggi il Vinitaly Wine Club, presentandolo come “la più innovativa piattaforma di promozione e vendita online dei vini italiani. Il progetto vuole offrire ai produttori la possibilità di raggiungere nuovi consumatori e far loro scoprire nuovi vini provenienti da ogni angolo della Penisola”. Il portale di e-commerce www.centovigneitalia.it ha provato a fotografare i comportamenti di chi già acquista vino online. E emerso che la tipologia più acquistata è il vino rosso (44%), seguito dal bianco (32%) e dalle bollicine (20%). Il 24% dichiara di comprare on line 100 bottiglie l’anno, il 35% si ferma a poco meno di 80, il 34% a 50 bottiglie e il 4% sulle 20. Ma per chi lo prova, Internet diventa il principale canale di acquisto. Chi ha tentato una via originale è Francesco Zaganelli, che oltre a occuparsi della comunicazione di Lungarotti, ha lanciato www.piccolebottiglie.com, su cui vende on line vini, grappe, liquori, birre artigianali, olio extravergine di oliva e aceto balsamico, tutti rigorosamente nel piccolo formato.
Roberto Fiori

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