La Stazione Spaziale Internazionale nuova frontiera della ricerca enogastronomica: dopo alcuni anni di invecchiamento intorno all’orbita terrestre, è pronto a tornare a terra il whisky della Ardbeg Distillery di Islay, una piccola isola della Scozia

La Stazione Spaziale Internazionale è destinata a diventare, nell’anno dell’Expo, la nuova frontiera per gli chef stellati, che potrebbero essere chiamati a firmare i menu per gli astronauti in orbita, ma nel frattempo la “casa comune dello spazio”, che orbita a 400 km dalle nostre teste, ospita un whisky della Ardbeg Distillery su Islay, una piccola isola della Scozia che, dopo alcuni anni di invecchiamento intorno all’orbita terrestre, è pronto a tornare a terra, con l’equipaggio dell’ultima expedition. Il compito dei ricercatori, adesso, sarà quello di verificare le differenze nei processi di maturazione in microgravità paragonandole a quelle verificatesi con la gravità terrestre.

Potrebbero esserci sorprese, magari un distillato maturato nello spazio potrebbe essere molto più buono al palato, con grande gioia degli scozzesi che avrebbero una ragione in più per dichiararsi indipendenti dalla Gran Bretagna. “Studi di questo genere - sottolinea una nota dell’Istituto Nazionale di Astrofisica - servono a capire come potremo vivere nello spazio, ipotizzando un non troppo lontano futuro dove l’uomo vivrà stabilmente in microgravità”. E alla maturazione dell’alcol, si associano diversi fattori, come il comportamento dei batteri: se, da una parte, l’alcol li uccide, da un’altra sono fondamentali nella fase di distillazione. Del resto, conclude l’Inaf, “la stazione spaziale, costata 200 miliardi di dollari, giustifica qualsiasi attività di ricerca possa ammortizzare l’investimento”.