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VINO E FINANZA

La “supply chain finance” per arginare rincari delle materie prime e ritardi di pagamento nel vino

La case history di “Workinvoice”, con la testimonianza della cantina pugliese Tenute di Donna
FINANZA, vino, WORKINVOICE, Italia
Matteo Tarroni, Founder e Ceo Workinvoice

Se “la finanza”, nella sua accezione più ampia e vaga, è tra i responsabili della grande speculazione che, al netto di difficoltà reali causate dal conflitto tra Russia e Ucraina e non solo, ha fatto lievitare i prezzi delle materie prime in ogni settore, la stessa finanza nella sua versione “di filiera”, (la cosiddetta “supply chain finance”) può servire da “stabilizzatrice”, ed aiutare le aziende a gestire l’incertezza di entrate ed uscite di cassa con strumenti estremamente flessibili che contribuiscono anche a stabilizzare i flussi commerciali. Lo racconta la case history di Workinvoice, che ha, nel suo core business, la fornitura di finanza, ed è stata capace di “introdurre” regole nella trattativa con i player della filiera che va a finanziare: dall’azienda agricola che produce l’uva fino alla grande azienda proprietaria delle etichette e ai grandi imbottigliatori e distributori, un segmento della catena produttiva che negli ultimi ha visto l’ingresso anche dei fondi di private equity.
“In sostanza - spiega Workinvoice - si stilano contratti che fissano le regole della fatturazione e i tempi di pagamento per tutti gli anelli della catena, e viene fornita finanza in subordine al rispetto di queste regole. In particolare, quattro sono i passaggi che seguono i quattro momenti cruciali della produzione del vino: la raccolta e il conferimento dell’uva; la trasformazione in mosto e in vino; l’imbottigliamento; la distribuzione al mercato finale. Per ciascuno di questi passaggi, Workinvoice prende in carico le fatture e le anticipa, chiedendo in garanzia il pagamento della stessa fattura secondo tempi fissati in precedenza. In tal modo gestisce i potenziali ritardi in maniera preventiva. Il sistema è molto più equilibrato e nessuna delle aziende va in stress perché manca la cassa per via di pagamenti ritardati”.
Uno strumento che, spiega un’analisi di Matteo Tarroni, Ceo & Co-Founder di Workinvoice, è sempre più importante. Perchè l’attività economica degli ultimi due anni è stata caratterizzata da difficoltà estreme della logistica, prezzi delle materie prime estremamente volatili e in molti casi saliti alle stelle, componenti e semilavorati introvabili. Anche la filiera del vino ha subito l’impatto di questi eventi. Alcuni numeri: il surplus dei soli costi energetici (+425 milioni di euro) e, di conseguenza, delle materie prime secche (oltre 1 miliardo in più per vetro, carta, cartone, tappi, alluminio) valgono da soli un aumento dell’83% rispetto ai budget di inizio 2022. A questi si aggiungono altre voci in incremento (vino sfuso, costi commerciali, forza lavoro) che portano a un aumento dei costi totali di quest’anno del 28%, secondo i dati Osservatorio Unione Italiana vini (Uiv) e Vinitaly).
All’aumento dei costi e alla loro difficile prevedibilità si somma l’indeterminatezza dei ricavi, determinata in qualche caso da bolle speculative alimentate da improvvise accelerazioni della domanda. È il caso della Puglia, la seconda regione in Italia per produzione vinicola dopo il Veneto, dove nel 2021 è esplosa una vera e propria bolla speculativa che ha causato alla fine un aumento delle giacenze e di fatto un intoppo nei flussi commerciali ed in ultima istanza un gap di liquidità per le aziende che soprattutto quando si tratta di Pmi sperimentano i noti problemi di accesso al credito.
Tra le aziende che hanno aderito al progetto di Workinvoice, racconta la sua esperienza la cantina Tenute Di Donna, con sede nell’area del Gargano, piccola cantina con un fatturato 6 milioni di euro nel 2021, e che ha fissato a 8 milioni il target a fine 2022. Secondo il Ce Nicola Di Donna, Workinovice introduce nella catena un elemento fluidificante. “Nel momento in cui il credito commerciale diventa cassa, il fornitore ha immediatamente la liquidità che serve a continuare a lavorare senza dover far ricorso a maggior debito - dice Di Donna - e noi, in quanto clienti, siamo alleggeriti da incombenze troppo vicine nel tempo e da qualsiasi stress legato a eventuali solleciti: abbiamo infatti tutto il tempo necessario per poter adempiere alle scadenze, per fare prodotti migliori e aumentare il volume di affari, diventando a nostra volta fornitori più efficienti. In momenti ordinari è un intervento eccezionale: in un momento di emergenza come quello attuale è stato linfa vitale per la filiera del vino pugliese”.

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