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La transizione ecologica che parte dal mare: torna, a Genova, “Slow Fish” (1-4 giugno) 

Il Ministro delle Politiche Agricole Francesco Lollobrigida: garantire una pesca sostenibile, ma che non penalizzi i nostri pescatori

I piccoli pescatori costieri svolgono un lavoro antico, ma allo stesso tempo, grazie alla ricerca e alla tecnologia, sono in grado di rispondere alle attuali crisi del sistema produttivo e alimentare, prima fra tutte quella climatica, con le temperature del mare che aumentano e determinano i fenomeni estremi di cui la cronaca ci parla sempre più frequentemente: ci sono anche loro tra i protagonisti di “Slow Fish” n. 11, da oggi al 4 giugno, nel Porto Antico di Genova, evento organizzato da Slow Food e Regione Liguria. “Io credo molto in un’Europa forte - ha sottolineato Francesco Lollobrigida, Ministro dell'Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste - che sia, però, in grado di mettere in condizione ogni Stato di difendere i suoi cittadini, le sue imprese, il suo modello economico, senza  applicare norme rigidissime per i nostri pescatori. Bisogna essere pragmatici, razionali: garantire una pesca sostenibile ma che non penalizzi i nostri pescatori”.
“Coast to Coast” è il tema 2023, un modo per sottolineare che mari, oceani e acque interne non sono ecosistemi a sé stanti rispetto a quelli dove si svolge la vita umana. A “Slow Fish”, oltre al rapporto tra il mare e la terra, ci sono altri tre temi che riguardano da vicino gli ecosistemi acquatici: la crisi climatica, con siccità e alluvioni; la problematica dei rifiuti in mare, a partire dalla plastica, e le esperienze di chi li studia e li raccoglie; e il ruolo di primo piano che svolgono le città costiere, in quanto luoghi di scambio per eccellenza fra popolazioni, culture e merci. “Slow Fish” è, innanzitutto, un’occasione per imparare, grazie alle attività di educazione organizzate da Slow Food e Acquario di Genova, per approfondire le tematiche, con le conferenze, i forum “La parola ai pescatori” ed altri approfondimenti, ma soprattutto per assaggiare e scoprire, tra laboratori del gusto e appuntamenti a tavola, le lezioni di “In cucina con Slow Food” insieme ai cuochi dell’Alleanza e gli aperitivi quotidiani in Arena.
“Rendersi conto che tutto è interconnesso - sottolinea Barbara Nappini, presidente Slow Food Italia - implica riconoscere la complessità come una ricchezza. Avere contezza dell'impatto a livello globale delle nostre azioni quotidiane è il primo passo: scegliendo il pesce per la nostra tavola, possiamo promuovere una pesca stagionale, locale, sostenibile oppure, al contrario, una pesca che non rispetta l’ambiente. Le nostre scelte possono sostenere le comunità costiere, incidere sulle disuguaglianze e sulla tutela degli ecosistemi marini e costieri. A Slow Fish 2023, parlano di pesca i pescatori, di ricette le ostesse e gli osti: persone che leggono umilmente la realtà e provano a interpretare i cambiamenti attraverso il loro sapere. Una narrazione che facciamo grazie alla nostra rete e alle istituzioni che credono nel nostro lavoro a tutti i livelli, dai ministeri alle regioni, alle città presenti qui a Genova con le loro buone pratiche. Perché la rigenerazione degli ecosistemi marini e costieri inizia qui oggi”.
“Slow Fish - dichiara Carlo Petrini, fondatore Slow Food - assume un’importanza estremamente rilevante perché siamo davanti ad una crisi climatica che impone a tutti di cambiare paradigmi, comportamenti, modi di produrre e distribuire perché questa situazione è arrivata ad un punto di irreversibilità. Gli obiettivi della comunità internazionale sono stati disattesi e quindi, se vogliamo contenere un disastro annunciato, è necessario che la società civile prenda coscienza, perché comportamenti individuali condivisi da milioni di persone possono fare la differenza. La salute dei mari non è solo determinata dal consumo di pesce cosiddetto povero, come i muscoli o le acciughe. Altri due elementi sono fondamentali. Il primo è  la stretta connessione della riviera con l’entroterra, che, come qui in Liguria, è depositario di una ricchezza e biodiversità straordinarie. Se l’entroterra perde la socialità, il territorio perderà di attrazione e non ci sarà più turismo. Purtroppo, i nostri borghi hanno perso le botteghe a favore della grande distribuzione, le osterie a favore dei grandi ristoranti stellati. Il secondo è un impegno individuale, il mio appello a partire da Slow Fish: facciamola finita con la plastica monouso, oggi troppo impiegata nella produzione alimentare. La plastica è già entrata nel circuito alimentare quando consumiamo i nostri cibi, incidendo sulla nostra salute. Se vogliamo fare la differenza diciamo basta alla plastica monouso”.

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