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DIPLOMAZIA ENOICA

La Via della Seta, filo ideale che si tinge di “rosso” ed unisce Pechino a Roma

Nella visita del presidente cinese Xi Jinping in Italia i tanti ruoli del vino: simbolico, alimentare ed economico

La Via della Seta è un filo ideale, che da Pechino attraversa l’Asia e l’Europa e arriva fino a Roma, tingendosi di rosso, il colore del vino, simbolo attraverso cui narrare la visita italiana del presidente cinese Xi Jinping, che, nei giorni scorsi, in Italia, ha firmato 29 accordi istituzionali e commerciali che spalancheranno, nei prossimi anni, le porte della Cina al made in Italy. Si parla di un giro d’affari potenziale di 20 miliardi di euro, in cui Bacco punta a ricoprire un ruolo di primo piano, sia a livello numerico che simbolico: non è un caso, crediamo, che tra gli omaggi del presidente Sergio Mattarella, insieme ad un cesto d’argento e ad un volume del Quirinale, ci fossero tre bottiglie di vino, di Brunello di Montalcino (per la precisione, secondo rumors WineNews, di “Luce” di Frescobaldi), una delle eccellenze che meglio rappresentano il genio e la qualità italiana nel mondo. Una sorta di “grimaldello” per scardinare i rapporti di forza, che ancora ci vedono distanti dalle superpotenze enoiche in terra cinese, Francia ed Australia, ma in ascesa costante: nel 2018 ha chiuso a quota 127 milioni di euro, pari al 29% di tutto l’agroalimentare, che vale nel complesso 440 milioni di euro, chiudendo il bilancio in negativo rispetto alle importazioni, che hanno toccato invece i 595 milioni di euro (numeri, però, “drogati”, è bene ricordarlo, dai dati sulle pelli animali, che ben poco, per non dire nulla, hanno a che fare con il settore, ndr).
Ripercorrendo il fil rouge della tre giorni romana ed istituzionale del presidente della Repubblica Popolare Cinese, due sono stati i momenti che hanno catalizzato l’attenzione dei media, non solo italiani: la cena al Quirinale, con una delegazione di imprenditori e figure di spicco della società e dell’economia cinese ed italiana, ospiti del Presidente della Repubblica, il venerdì sera, ed il pranzo del giorno successivo, con la delegazione cinese accolta questa volta a Villa Madama dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Incontri densi di significato, capaci di segnare una svolta a suo modo epocale nella storia recente italiana, che non senza qualche critica, arrivata dagli Usa come dell’Europa, guarda ad Oriente per tutelare il futuro della propria economia, sempre più export oriented. E lo fa, inevitabilmente, a tavola, teatro di pacificazioni e scambi dall’alba dei tempi, sigillando ogni accordo con un brindisi: al Quirinale, protagoniste le bollicine del Trentodoc della Famiglia Lunelli (presumibilmente, quelle del Giulio Ferrari Riserva del Fondatore), un bianco su cui non è trapelato nulla, un Barbaresco ed il Marsala di Marco De Bartoli. A Villa Madama, come avevamo scritto ieri sul nostro profilo Twitter, il brindisi di benvenuto è stato affidato al Prosecco di Valdobbiadene Millesimato Ludovica di Aneri, mentre ad accompagnare i piatti sono stati i vini dell’azienda friulana Ronchi di Cialla: il Cialla Bianco 2015, lo Scoppiettino di Cialla 2014 ed il Verduzzo di Cialla 2015.

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