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STRUMENTI FINANZIARI

L’agricoltura è un settore vitale per l’economia italiana: “l’assist” della finanza per le imprese

I player del settore riuniti da Agronetwork. Oltre 81 miliardi di euro di valore aggiunto, 676 di fatturato e 70 di export dal primario

Un comparto d’oro e che vuole continuare a crescere. Il settore primario italiano resta trainante per l’economia del nostro Paese, con un valore aggiunto di oltre 81 miliardi di euro tra agricoltura e industria alimentare, 676 miliardi di euro di fatturato agroalimentare e circa 70 miliardi di export. A dirlo è Confagricoltura,che ha spiegato come, “nonostante i progressi degli ultimi anni - maggiore produttività, aumento del numero delle imprese medio-grandi, diffusione di tecnologie digitali - permangono nodi strutturali da affrontare legati alla competitività stessa delle aziende nel contesto globale. In questo ambito, il credito ha un ruolo fondamentale di accompagnamento alla crescita del settore”.
Agronetwork, l’associazione fondata da Confagricoltura, Nomisma e Luiss per favorire il dialogo tra agricoltura e industria e promuovere l’agroalimentare italiano, ha organizzato con Confagricoltura, a Palazzo della Valle, oggi a Roma, il convegno “Nuovi strumenti della finanza per le imprese agroalimentari” per raccontare le nuove opportunità a disposizione delle aziende dell’agrifood.
“L’agroalimentare è uno dei motori dell’economia italiana - ha commentato il presidente Confagricoltura, Massimiliano Giansanti - ma le imprese si trovano oggi davanti a un contesto molto complesso, dove si intrecciano i temi del ricambio generazionale, della sostenibilità e della competitività sui mercati globali. Per affrontare queste sfide la finanza non è più solo un supporto, ma diventa un elemento strategico per accompagnare il settore verso modelli produttivi più moderni, innovativi e competitivi”. Il dg Confagricoltura, Roberto Caponi, ha evidenziato l’impegno della Confederazione nell’accompagnare le imprese facendo sistema con le istituzioni e con il mondo finanziario, affinché gli strumenti tradizionali e quelli innovativi creino valore per il settore.
Oggi si sta affermando un modello misto di finanza che combina interventi pubblici (incentivi, garanzie, fondi europei) con altri di finanza privata, quali private equity, venture capital, minibond, basket-bond, fondi di crescita settoriale. Questi strumenti non sostituiscono il credito bancario, ma lo affiancano, offrendo capitale più flessibile, visione strategica, capacità di attrarre investitori e know-how.
“Il futuro dell’Italia - ha affermato Sara Farnetti, presidente Agronetwork - passa anche dalla capacità di attrarre nuove forme di finanza: iniziative come questa mettono in rete competenze, idee e risorse, perché le sfide attuali si trasformino nelle opportunità di domani”.
Vincenzo Paolo Carbonara, responsabile Finanza alternativa di Cassa Depositi e Prestiti (Cdp), ha evidenziato come i tradizionali canali bancari non siano più sufficienti a sostenere la crescita delle imprese agroalimentari, specie le Pmi. Per questo Cdp promuove strumenti alternativi, come Basket bond e Minibond che permettono a più aziende di unirsi in un’unica emissione obbligazionaria, riducendo i costi e ampliando l’accesso al mercato dei capitali. “Sono già stati finanziati oltre 40 progetti agroalimentari per 180 milioni di euro, con casi di successo che hanno potuto investire in ammodernamento, internazionalizzazione e sostenibilità”.
Luigi Gallo, responsabile Incentivi e Innovazione di Invitalia, si è soffermato su alcuni strumenti: i contratti di sviluppo, rivolti ai grandi investimenti dell’agroalimentare, e Smart & Start Italia, che sostiene startup innovative, comprese quelle attive nell’agrifood e nel foodtech. “Inoltre, con il Fondo Cresci al Sud, Invitalia promuove processi di aggregazione e crescita dimensionale delle Pmi meridionali, facilitando la nascita di campioni nazionali capaci di competere a livello internazionale”.
Maria Beatrice Mencacci, della Direzione Servizi per le imprese di Ismea, ha affermato che gli strumenti dell’Istituto spaziano dai finanziamenti agevolati (Fag) agli investimenti diretti con Ismea Investe, fino alle garanzie a prima richiesta che coprono fino al 70% dei prestiti bancari: “in questo modo le imprese agricole e agroalimentari possono realizzare piani di investimento da 2 a 20 milioni di euro, affrontare meglio i rischi climatici e avere accesso a condizioni più competitive sui mercati”.
Per l’occasione si è tenuta anche una tavola rotonda con Gianpiero Calzolari, presidente del Gruppo Granarolo, Roberto Diacetti, dg Fondazione Enpaia, Federico Girotto, ad Masi Agricola, Andrea Ottaviano, ad Clessidra Private Equity Sgr Spa Fondo Clessidra, e Annibale Pancrazio, ceo Pancrazio Spa.

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