Il dibattito sui contenitori è di enorme attualità, perché la bozza di riforma che gira in Unione Europea, che vorrebbe prediligere il riuso sul riciclo, ha messo in allarme molti, specie in Italia, dove la filiera del riciclo è un comparto economico importante, capace, ad esempio, di riciclare oltre il 70% dei contenitori di vetro. L’argomento è complesso, e la sensibilità verso i grandi temi del Climate Change e della sostenibilità ormai trasversale: non è strano che ci si aspetti che anche il mondo del vino faccia la sua parte nel raggiungimento degli obiettivi fissati dall’Intergovernmental Panel on Climate Change, che prevede una riduzione delle emissioni di gas serra del 43% entro il 2030.
Una sfida che il settore enoico, sul fronte produttivo, sta affrontando con serietà e ambizione, tanto che la certificazione di sostenibilità, dalle singole aziende, sta ormai diventando una realtà per interi territori. Ma non basta, perché, tornando all’inizio del nostro articolo, una delle voci più pesanti, se non la più pesante, in termini di impatto ambientale ed emissioni di CO2, è quella del trasporto. Su cui c’è ben poco da fare, se non provare a puntare, appunto, su contenitori più leggeri. Va in questa direzione la proposta del produttore catalano Miguel Torres, pioniere del vino sostenibile, secondo cui la priorità deve essere la riduzione del peso delle bottiglie, e spingere affinché i produttori di vetro creino una bottiglia - riutilizzabile - standard, che possa far tornare in auge il sistema del vuoto a rendere.
Va persino oltre, invece, la lettera aperta con cui i più importanti wine writer del Regno Unito - da Jancis Robinson a Hugh Johnson - chiedono, insieme alla Wine Traders for Alternative Formats, di passare a confezioni alternative al vetro per il vino da consumo quotidiano. Una scelta che, come ricorda “Decanter”, potrebbe far risparmiare un terzo dell’impronta di CO2 prodotta dal settore vino nel Paese, che sarebbe come togliere dalle strade 350.000 automobili. Bag-in-box, lattine, fusti, bottiglie di carta, cartoni: hanno tutti un’impronta di carbonio inferiore al vetro, ed i miglioramenti tecnologici ormai permettono di garantire una qualità pressoché identica all’imbottigliato, quando si parla di vini entry level, consumati nel giro di pochi mesi. La lettera esorta i consumatori a cercare ed acquistare vini in imballaggi alternativi, ma invita anche il Governo britannico a introdurre incentivi fiscali per chi li sceglie.
Focus - I firmatari della lettera ...
Richard Bampfield MW
la wine writer Aleesha Hansel
Rose Murray Brown MW (The Scotsman)
Andrew Catchpole e Jo Gilbert di Harpers Wine & Spirit
Helen McGinn, co-presidente dell’International Wine Challenge
Victoria Moore del Daily Telegraph
Susy Atkins del Sunday Telegraph
Richard Siddle del Buyer
Rob Buckhaven di Metro
Tobias Webb, co-fondatore della Sustainable Wine Roundtable
Jane Masters MW dell’Institute of Masters of Wine Sustainability Committee
Joanna Simon di Waitrose & Partners Drinks Magazine
Will Lyons del Sunday Times
La wine writer Helena Nicklin
Jane MacQuitty MBE del Times
Aidy Smith dell’Evening Standard
Ceri Parke di Cantina Goccia
Dom de Ville di The Wine Society
Jacopo Mazzeo, giornalista enogastronomico
Emma e Andrew Nielsen di Le Grappin
Jack Green di Vinca Wine
Kirsty Tinkler di Weino BIB
Simon Rollings e Marieke Hammes di Canned Wine Co.
Marta Juega PhD di Alliance Wine
Muriel Chatel di Sustainable Wine Solutions
Neil Walker di The English Vine
Nick Beck di Kiss of Wine
Nik Darlington della Graft Wine Company
Oli Purnell di Copper Crew
Peter Richards MW
Rich Hamblin di More Wine
Richard Bampfield MW
Rob Malin di When in Rome Wine
Rose Murray Brown MW di The Scotsman
lo scrittore Rupert Joy
Susie Barrie MW
Tamlyn Currin di JancisRobinson.com
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