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LUOGHI UNICI

L’“Art Park La Court” celebra 20 anni: tra i primi (visionari) progetti che hanno unito vino & arte

La storica cantina piemontese Michele Chiarlo festeggia l’anniversario con la release di un’etichetta limited edition del Nizza Docg Riserva La Court

È stato tra i primi progetti, creativi e visionari, che in Italia hanno unito il vino all’arte, in una cornice paesaggistica oggi riconosciuta come Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco: l’“Art Park La Court”, ideato da Michele Chiarlo, celebra i suoi primi 20 anni (ripercorsi da WineNews in un video-racconto). Si tratta del più esteso museo a cielo aperto in vigna, un “monumento” in continuo aggiornamento dove arte, paesaggio e vino dialogano ininterrottamente, offrendo ai visitatori una delle esperienze di land art più uniche del panorama enologico. Il Parco, situato a La Court, “chateaux” dei Chiarlo sulle colline di Castelnuovo Calcea, in Monferrato, “regno” della Barbera d’Asti, festeggia questo importante traguardo con la release dell’annata 2020 di Nizza Docg Riserva La Court, celebre etichetta che ha fatto la storia della denominazione del Nizza.
L’“Art Park” è un vero e proprio centro culturale, basato sulla condivisione della bellezza: sorge nel cuore del Cru della storica zona di alta vocazione del terroir da cui nascono i migliori Nizza e Nizza Riserva. “Aperto al territorio e al mondo, attraverso la sua associazione O.R.M.E. promuove e supporta, ogni anno, iniziative che invitano a fare percorsi a piedi tra i vigneti e a godere della magia del paesaggio e dell’arte, che qui vivono in simbiosi” racconta Stefano Chiarlo.
La sua storia ha inizio nei primi anni 2000, quando Michele Chiarlo, fondatore della cantina, ebbe la “visione” di trasformare il primo vigneto in un Parco artistico in continuo mutamento, un percorso interattivo attraverso i vigneti, dove le opere d’arte potessero creare una partecipazione dello spettatore, già immerso in un paesaggio unico al mondo. Quando l’“Art Park La Court” venne inaugurato nell’estate del 2003, fu subito chiaro che fosse più di una mostra tra le vigne, più di un museo a cielo aperto, e più di un’opera di land art in un contesto suggestivo. Era nato per trasformare il paesaggio, per riconvertire il contesto agricolo in una favola a occhi aperti, un luogo dove lavoro e creatività avrebbero trovato il giusto equilibrio. Come nella vigna descritta dal grande scrittore Cesare Pavese, l’“Art Park” si prefiggeva di spalancare le “quinte di una scena favolosa, di un evento che né il ricordo né la fantasia conoscono”.
A guidare la “trasformazione” fu Giancarlo Ferraris, pittore di Nizza Monferrato, con cui Michele Chiarlo aveva un lungo sodalizio creativo, essendo Ferraris l’artista di tutte le sue etichette. “Fu un’impresa titanica, forse la più divertente della mia vita - racconta Giancarlo Ferraris - chiamai a raccolta una decina di artisti, amici e artigiani di altissimo livello a lavorare insieme. C’erano ceramisti, fabbri, scultori, pittori, mosaicisti. Le competenze di ciascuno completavano quelle degli altri e i progetti diventavano più interessanti perché condivisi: era una sorta di “factory warholiana” a Castelnuovo Calcea”. Venne così progettato un cammino tra diversi luoghi, a cura del grande scenografo ed illustratore Emanuele Luzzati, con opere iconiche organizzate lungo un percorso fiabesco dedicato agli elementi: Terra, Acqua, Aria e Fuoco. Accanto alle sculture di Luzzati, il parco è costellato di opere di artisti di fama internazionale, tra cui spiccano gli interventi di Ugo Nespolo, Giancarlo Ferraris e Chris Bangle. Elementi immaginifici che immergono il passante in atmosfere arcaiche e fantastiche, ragionando sul rapporto e l’armonia tra uomo e natura, creando spazi meditativi e punti d’osservazione.
Proprio in occasione dell’anniversario dell’Art Park esce il Nizza Docg Riserva La Court 2020, etichetta limited edition dell’azienda. Nel 2014 il Nizza si pone al vertice delle denominazioni del vitigno Barbera, con la nascita della Docg Nizza: un importante traguardo che vede Michele Chiarlo tra gli ideatori della denominazione, ricoprendo nel 2000 il ruolo di primo presidente dell’Associazione del Nizza. “Per me il Nizza è la realizzazione di un sogno di un gruppo di produttori del territorio che volevano produrre un vino di eccellenza con le migliori uve Barbera - racconta <b - ricordo con nostalgia le lunghe riunioni fatte con l’amico Giuliano Noé negli anni Novanta per tracciare le basi di un severo disciplinare mirato all’alta qualità. È anche grazie a questa ricerca di eccellenza, al crederci e ad un costruttivo e costante confronto che oggi siamo giunti a questo risultato”.

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