Da uno dei grandi miti della Borgogna, il Cros Parantoux 1996, con due bottiglie in versione magnum, di Henri Jayer, base d’asta a 20.000 euro, con la magnum, singola, a 11.000 euro; e, poi, l’immancabile e allo stesso modo prestigioso Romanée-Conti Grand Cru 1996 di Domaine de la Romanée-Conti con base d’asta a 14.000 euro: sono i “top lot” di due icone del vino tra le più ammirate in tutto il mondo, oggetto del desiderio dei collezionisti, e che dominano, in valore, l’asta di Finarte (“The Burgundy Chapter”), di scena il 17 settembre a Milano, interamente dedicata alla regione del vino tra le più rinomate di Francia e del mondo. L’asta si articola in 15 produttori, protagonisti della storia della Borgogna e, quindi, da Coche-Dury a Domaine Philippe Charlopin-Parizot, da Domaine Marc Colin a Domaine Comte Georges de Vogüé, da Domaine du Comte Liger-Belair a Domaine Dugat-Py, da Domaine Dujac a Domaine René Engel, da Domaine Fourrier a Domaine des Lambrays, da Domaine Georges Mugneret-Gibourg a Emmanuel Rouget, da Henri Jayer a Domaine de la Romanée-Conti fino a Domaine Méo-Camuzet.
Dei 33 Gran Cru di Borgogna, ben 21 sono rappresentati, in alcuni casi con etichette di quattro produttori diversi. Completano l’offerta in asta lotti di Premier Cru che contribuiscono a rendere di particolare interesse la selezione dedicata ai vini bianchi.
Tratto comune ai grandi vini di Borgogna, ricorda Finarte, “è la capacità di esprimersi nel modo più pieno solo quando il tempo ha avuto la possibilità di far affiorare la complessità, la profondità e l’ampiezza dei sentori; oltre due terzi delle bottiglie all’asta è stata affinata con cura maniacale e si affaccia ora all’intervallo consigliato per la degustazione, le altre bottiglie, più giovani, sono invece destinate al futuro”.
Copyright © 2000/2025
Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit
Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2025