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LAVAZZA LANCIA IN INDIA LA SFIDA ALL’IMPERO DEL TE’. PRESENTATO IL PROGETTO PER LA FABBRICA CHE APRIRA’ A SRY CITY. “IL SOGNO E’ FAR DIVENTARE L’INDIA IL NOSTRO SECONDO MERCATO DOPO QUELLO ITALIANO” DICE GIUSEPPE LAVAZZA, VICE PRESIDENTE DEL GRUPPO

E’ una sfida all’impero del tè quella che Lavazza lancia in India con la posa della prima pietra di uno stabilimento di produzione del caffè. La fabbrica, nella regione meridionale, sarà la primo al di fuori dei confini nazionali ed è destinata a rafforzare l’internazionalizzazione dell’azienda torinese e la sua presenza sul mercato indiano dopo l’acquisizione di 200 caffetterie (Barista) di quattro anni fa. Lo stabilimento, che sorgerà nel distretto industriale di Sri City, città-modello vicino a Chennai (capoluogo del Tamil Nadu), ha richiesto un investimento di 7 milioni di euro che diventeranno 20 al suo completamento nella prima metà 2012. A presentate il progetto a Hyderabad, il vicepresidente Giuseppe Lavazza e Marco Lavazza, development e acquisition manager, in presenza dell’ambasciatore d’Italia in India, Giacomo Sanfelice di Monteforte, e del Ministro dell’Industria dell’Andhra Pradesh, Geeta Reddy, che ha espresso soddisfazione per l’iniziativa italiana.
“Il sogno è di far diventare l’India il nostro secondo mercato dopo quello italiano - dice Giuseppe Lavazza - e portare da 200 a 400 il numero di coffee shop “Barista”, la rete acquisita nel 2007 e sottoposta a una complessa ristrutturazione. In questo modo siamo certi di poter generare utili”.
“Utilizzeremo al 99,9% caffè indiano che, per qualità e varietà, è secondo solo a quello del Brasile - sottolinea Marco Lavazza - il nostro caffè sarà quindi Made in India per origine, ma made in Italy per savoir faire, lavorazione, miscelatura e tostatura”.
“Vogliamo sviluppare in India la cultura del caffè italiano - conclude Giuseppe Lavazza - sono convinto che il caffè diventerà un prodotto di consumo importante anche in India dove è già una moda, come dimostra lo sbarco del big americano Starbucks che di recente ha stretto un’alleanza con il produttore indiano Tata Coffee, marchio del gruppo industriale”.

Focus - Lavazza: il colosso italiano alla “conquista delle Indie”
Lavazza, la compagnia italiana che oggi ha messo la prima pietra a Sri City, nell’India meridionale, del suo primo stabilimento fuori dall’Italia, è il sesto più grande gruppo di torrefazione del mondo, con un fatturato di oltre un miliardo di euro e una produzione annua di 2,3 milioni di sacchi di caffè, un mercato di 14 miliardi di tazzine annue e di due miliardi di cialde. Nel 2011 la casa torinese punterà l’attenzione sui mercati emergenti per continuare la sua espansione internazionale e contrastare l’aumento del prezzo delle materie prime.
“Abbiamo quattro grandi aree di sviluppo - spiega il vicepresidente del Gruppo Giuseppe Lavazza - ovvero l’Asia Pacifico, dove India e Australia sono i nostri puledri, il Sudamerica, con il Brasile come Paese di punta, gli Stati Uniti, dove di recente abbiamo stretto una importante alleanza, e infine l’Est Europa, un’area di grande crescita”. Il manager, erede dell’impero fondato da suo bisnonno nel 1895, non nasconde l’ambizione di convertire alla “cultura del caffè” i consumatori di India e Cina, Paesi dove la bevanda nazionale è il té. Lavazza è sbarcata in India nel 2007 con l’acquisto di Barista, una catena di coffee shop che, con 200 punti vendita sul territorio nazionale, è la seconda del Paese, e di Fresh & Honest Cafè, società che opera nella fornitura di grandi alberghi e imprese e che finora ha collocato 5.000 macchine da caffè. “Qui stiamo ancora imparando”, aggiunge, sottolineando le difficoltà di districarsi nel mercato immobiliare e degli affitti commerciali.
Per quanto riguarda la Cina, dove c’è un ufficio di rappresentanza a Shanghai, non è possibile un ingresso “in stile indiano per la mancanza di una rete di coffee shop nazionale”, sottolinea Attilio Capuano, responsabile della direzione Asia Pacifico creata un anno fa. Gli Stati Uniti, infine, sono un’altra area strategica per l’internazionalizzazione dell’azienda, che ha come obiettivo nei prossimi anni di realizzare il 50% di ricavi all’estero (la quota è del 40% mentre il restante 60% è in Italia). E’ dello scorso agosto l’acquisto di una quota del 7% dell’americana Green Mountain Coffee per un controvalore di 200 milioni di euro. “Con questo nuovo partner svilupperemo prodotti specifici da lanciare sul mercato statunitense” conclude Lavazza.

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