Gli effetti dell’inquinamento atmosferico sulla nostra salute sono ormai dimostrati e riguardano problemi acuti e cronici, principalmente dell’apparato respiratorio e cardiovascolare: secondo le nuove linee guida dell’Oms vi sono associate globalmente 7 milioni di morti premature all’anno, di cui 400.000 in Europa. Per questo la qualità dell’aria e il suo monitoraggio sono sempre più importanti, e le api possono darci una mano: sta partendo in questi giorni “Bees for Integrated Air Quality Monitoring” (Api per il monitoraggio integrato della qualità dell’aria), l’innovativo progetto per valutare la qualità dell’aria in un sito industriale della città di Ravenna, che vede coinvolto il Crea, Centro di Agricoltura e Ambiente.
Si tratta della prima iniziativa di questo tipo nella città romagnola, che prevede l’integrazione delle tecniche di campionamento e analisi chimica degli agenti inquinanti, dal punto di vista ambientale, sanitario e olfattivo, con il bio-monitoraggio, effettuato con le api, nelle aree di interesse. È ormai ampiamente riconosciuta, infatti, la funzione delle api come indicatori biologici, in grado di mostrare il deterioramento dell’ambiente in cui vivono attraverso tre segnali: l’alta mortalità, i disturbi dello sviluppo demografico della colonia e i residui che si possono riscontrare nei loro corpi o nei prodotti dell’alveare. Nel dettaglio, verranno utilizzati 6 alveari, tre per ognuna delle due postazioni di monitoraggio individuate.
I ricercatori del Crea si occuperanno di effettuare i campionamenti sia delle api bottinatrici in entrata, sia del miele di recente importazione. Il numero relativamente basso delle api prelevate non avrà alcuna conseguenza per lo sviluppo degli alveari. I campionamenti e le analisi per determinare la presenza di inquinanti ambientali saranno effettuati quattro volte all’anno, da aprile ad ottobre. Parallelamente gli stessi alveari verranno visitati allo scopo di rilevarne la forza, in termini della quantità delle api adulte, la covata, la consistenza delle scorte di cibo ed eventuali segni di patologie.
Il progetto, della durata di un anno (da marzo 2023 a marzo 2024), è nato dalla collaborazione tra la società chimica Secam, il Centro Interdipartimentale di Ricerca per le Scienze Ambientali dell’Alma Mater (Università di Bologna) e il Crea, e si prefigge l’obiettivo di fornire una conoscenza della qualità dell’aria più completa e a più ampio raggio, sia in termini di inquinanti presenti, che di estensione dell’inquinamento.
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