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LE CANTINE RICEVONO 16 ISPEZIONI ALL’ANNO, MENTRE PER PRODURRE LATTE UNA STALLA SPENDE 84.000 EURO PER LA BUROCRAZIA. LA COOPERAZIONE METTE A PUNTO UN DOSSIER PER SNELLIRE LE PROCEDURE AMMINISTRATIVE

Contenere i costi delle imprese agricole si può. È sufficiente snellire procedure e pratiche, particolarmente gravose in Italia rispetto ad altri paesi europei, che di fatto rappresentano veri e propri ostacoli alla crescita economica delle imprese agricole. Ne sono convinte le tre principali organizzazioni della cooperazione agroalimentare italiana, Fedagri-Confcooperative, Legacoop Agroalimentare, Agci Agrital che hanno elaborato un ampio Dossier dal titolo “Proposte di semplificazione della normativa agricola e agroalimentare nazionale”, presentato ieri a Roma.

Una cantina cooperativa che produce 35.000 ettolitri di vino a denominazione di origine, con un fatturato di 10 milioni di euro è sottoposta a 16 visite ispettive all’anno, da parte di oltre 20 enti diversi (Asl, Nas, Icqrf, Cciaa, organismi terzi certificatori, ecc) che comportano l’impegno di 2 unità lavorative dedicate all’anno. Non fa eccezione il settore lattiero. In questo caso è stato calcolato che una stalla cooperativa con circa 500 capi, che produce 48.000 quintali di latte dedica alla burocrazia 90-100 giornate all’anno e “spende” oltre 84.000 euro per assolvere ai propri adempimenti burocratici (anagrafe bovina, pratica quote latte, registro fecondazioni, tracciabilità, ottenimento contributo PSR solo per citarne alcuni), con una incidenza sulla Plv (produzione lorda vendibile) della stalla pari al 5%.

Questi sono solo alcuni degli esempi raccolti nelle 42 proposte contenute nel Dossier elaborato dalle Organizzazioni cooperative agricole. Fisco, lavoro, previdenza, procedimenti amministrativi e accesso agli aiuti comunitari sono le principali tematiche affrontate, seguite da approfondimenti su settori specifici, quali l’ambiente e l’energia e i comparti vitivinicolo, zootecnico e lattiero-caseario.

“È quanto mai urgente avviare un processo di semplificazione delle norme vigenti, che sono spesso emanazione di competenze ministeriali diverse e in molti casi sovrapposte”, spiega Maurizio Gardini, presidente di Fedagri-Confcooperative. “Snellire le procedure non significa tuttavia - precisa Gardini - abbassare il livello di gettito fiscale, ridurre la sicurezza sul lavoro e diminuire gli standard di sicurezza alimentare o di tutela dell’ambiente. Significa dotare l’agricoltura, i produttori e le loro cooperative, oltre che gli stessi consumatori, di un quadro normativo efficiente e moderno che fissi regole giuste e controlli trasparenti e che, al tempo stesso, sia un fattore di sviluppo e non di freno all’iniziativa imprenditoriale”.

Ma quali aggiustamenti potrebbero essere introdotti per ridurre i costi a carico delle imprese agricole? “Oggi - spiega Giampaolo Buonfiglio, presidente di Agci-Agrital - un produttore agricolo con fatturato inferiore a 7.000 euro l’anno è esente da adempimenti Iva: innalzando tale soglia a 30.000 euro, oltre a sgravare i produttori dalla tenuta di una meticolosa documentazione fiscale, si riuscirebbe a risparmiare fino a 240 milioni di euro all’anno. Se inoltre si consentisse alle imprese agricole di ottenere l’agevolazione per il gasolio sulla base dei dati contenuti nel fascicolo aziendale, sarebbe possibile risparmiare fino a 30 milioni di euro annui, considerando un universo di 1 milione di imprese agricole iscritte alla Camera di Commercio che oggi pagano i costi delle pratiche ai Caa per ottenere i buoni”.

“Il dossier sulla semplificazione normativa - conclude Giovanni Luppi, presidente di Legacoop Agroalimentare - verrà subito presentato al Parlamento, al Governo e alle diverse Amministrazioni pubbliche, affinché esse intervengano con rapidità e spirito innovativo per definire finalmente un quadro di riferimento più razionale ed equo, esclusivamente al servizio dei produttori e del Paese”.

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