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LE CIRQUE, IL PIU' FAMOSO RISTORANTE ITALIANO DEGLI STATI UNITI, SBARCA NEL MONDO ARABO: APRE IN QATAR LA REPLICA DEL CELEBRE LOCALE, BOCCIATE INVECE PARIGI E SHANGHAI

Il Qatar è sicuro, il Dubai forse. Non conosce soste l'attività di Sirio Maccioni e presto il suo "Le Cirque", il ristorante italiano più famoso degli Stati Uniti, che sta vivendo una nuova vita dopo la recente riapertura, sbarcherà con almeno una filiale nel mondo arabo. Se l'evidenza impone di osservare la questione solo da un punto di vista imprenditoriale, è anche vero che così si aprirà un ponte Occidente-Medio Oriente tutto giocato sulla gastronomia di alta qualità. "Nel mondo arabo vogliono quello che da noi non si cerca più e perciò valuto l' operazione come molto importante" rivela Maccioni mentre si appresta a ricevere la "Fforchetta d'Oro" di "Boccaccesca", il premio assegnatogli a Certaldo (Firenze) per la sua toscanità. "Apriremo in Qatar tra un anno - annuncia il ristoratore toscano diventato grande negli Usa - mentre per gli Emirati le trattative sono in corso anche se ci sono entrati già in troppi in quel mercato. Sono aree dove cercano di importare il meglio della qualità e del modello occidentale. Lo hanno fatto con altri marchi. Lo fanno adesso con noi". In Qatar finanziatori locali, tutti arabi, hanno convinto il ristoratore di Montecatini Terme a replicare Le Cirque con le caratteristiche che ne hanno decretato il successo. E, viene fatto capire, non mancheranno carni e vini nei menu, nonostante la tradizione alimentare locale e i precetti religiosi differenti. Nulla da fare, invece, per Parigi, la città che lanciò Maccioni prima di volare negli Usa. "Esco ora da una guerra a New York, che sto vincendo visto che il nuovo locale è sempre pieno di clienti, ma non ho voglia di andare a farne un' altra in Francia", commenta la rinuncia ad aprire nella capitale d' ltralpe. Maccioni è rimasto "scottato" da vincoli e complessità di vario tipo e così ha preferito interrompere la trattativa.
Rimandata a tempi successivi Shanghai, ci sono in ponte altri progetti che riguardano gli Stati Uniti. "Ma - dice - è prematuro parlarne". Circola voce di un coinvolgimento dell'attore Robert De Niro in una delle operazioni allo studio ma lui si trincera dietro un "no comment". E l' Italia? "Beh, non è previsto nulla qua - afferma Maccioni - D' altra parte ci dovrà essere un posto dove posso andare senza parlare di zuppe e insalate!". In realtà quello di Maccioni è un misto di spirito imprenditoriale e orgoglio patriottico. "Quando vado in giro - si rivolge alla platea di presenti che lo omaggiano del premio - dico sempre che sono di Montecatini, che sono toscano e che sono italiano. E che bisogna smetterla di parlare male dell'Italia. All'estero questo è uno sport nazionale. Facciamo pure autocritica in casa nostra, ma non parliamo male di noi stessi negli altri Paesi perché per chi è a lavorare fuori dall'Italia fa male".

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