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ANALISI WINENEWS

Le esportazioni di vino italiano nel 2022 si fermano a 7,87 miliardi di euro (+9,8%)

I dati Istat certificano la frenata delle spedizioni: gli effetti dell’inflazione si fanno sentire, ma i mercati di riferimento resistono
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Il mercato del vino (Credit: iStock)

Si ferma un po’ al di sotto delle aspettative l’export del vino italiano nel 2022, che raggiunge un nuovo record, a 7,87 miliardi di euro, ma inferiore a quella previsione di 8 miliardi di euro condivisa per mesi dalla totalità degli osservatori. I dati Istat, analizzati a cadenza mensile da WineNews, del resto, hanno raccontato una costante frenata delle esportazioni, che alla fine segnano comunque una crescita importante: +9,8%. Si fanno sentire, nella seconda parte del 2022, gli effetti dell’inflazione, che ha portato ad una contrazione dei consumi in ogni mercato ed in ogni categoria merceologica, compreso ovviamente il vino.

La scintilla, come abbiamo ricordato tante volte, è stata l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, che, a febbraio 2022, ha ripiombato l’Europa nel dramma della guerra. Con le ovvie conseguenze economiche, perché la Russia è un mercato importante per l’Italia, anche per il suo vino, e al contempo il gas russo è da decenni una risorsa energetica fondamentale. Il boom dei costi energetici ha innescato la spirale dei prezzi che, almeno per il momento, non trova risposta in una crescita parallela dei salari, contraendo inevitabilmente il potere di acquisto dei consumatori.

Sorprende, in senso positivo, il dato sui volumi di vino esportati nel 2022: 21,9 milioni di ettolitri, contro i 22 milioni di ettolitri del 2021, e un calo di appena lo 0,45%, il che vuol dire che il prezzo medio è cresciuto a 3,58 euro per litro. Ci sono, com’è facile immaginare, differenze sensibili tra un mercato e l’altro, e se i mercati di riferimento - Stati Uniti, Germania, Gran Bretagna, Canada e Svizzera - hanno chiuso positivamente il 2022, da Danimarca, Norvegia e Cina arrivano invece dati deludenti.

Procedendo con ordine, la Francia, che affronta uno dei periodi più complessi di sempre, frutto di uno squilibrio strutturale tra produzione e vendite che porterà all’inevitabile espianto di decine di migliaia di ettari vitati, nel 2022 ha importato 289,5 milioni di euro di vino italiano, il 25,1% in più del 2021, e non solo grazie al Prosecco (e agli altri spumanti), che vale comunque 107 milioni di euro. Bene anche i Paesi Bassi, che, però, crescono più lentamente della media: +5,4%, a quota 239 milioni di euro. Seconda meta - sia per volumi che per valore - è ovviamente la Germania, solido punto di riferimento sul mercato Ue per il vino italiano, che ha chiuso il 2022 a 1,18 miliardi di euro (+4,9%).

La Gran Bretagna, dopo le difficoltà vissute a cavallo tra Brexit e Covid, chiude ad un passo dal suo record storico, che risale al 2017 (812,2 milioni di euro), con 811,5 milioni di euro di vino italiano acquistato, ed una crescita sul 2021 del 9,4%. La Svezia, tra i pochissimi mercati a crescere in maniera sostenuta anche nei momenti peggiori della pandemia, supera per la prima volta i 200 milioni di euro (209,1 per la precisione), in crescita del 7,8% sul 2021. Come anticipato, lascia qualcosa per strada la Danimarca, che perde il 5,36% rispetto all’anno precedente, fermandosi a 157,8 milioni di euro. Anche la Norvegia, restando tra i Paesi scandinavi, chiude l’anno in territorio negativo: -6%, a 110,3 milioni di euro.

Fa molto meglio il Belgio, Paese per cui passa tanto vino riesportato proprio sul mercato Uk, attraverso il porto di Ostenda, dove alcune catene della Gdo britannica, dopo la Brexit, hanno spostato i propri centri logistici: 238 milioni di euro (+8,9%). Venendo ai due mercati più vicini al Belpaese, l’Austria mette a segno una crescita importante, pari al 17,8%, e chiude a 135,6 milioni di euro, mentre la Svizzera, uno dei Paesi più ricchi al mondo, dove i fine wine trovano una collocazione ideale, cresce meno (+2,7%), ma si conferma quinta meta per il vino italiano, a 426,3 milioni di euro, nonostante un calo dei volumi del 6%, a 73,6 milioni di litri, per un prezzo medio di 5,8 euro al litro, decisamente superiore alla media. Tutto da capire ed analizzare il dato della Russia,che, nonostante tutto, ed al netto di eventuali triangolazioni (specie dai Paesi Baltici), nel 2022 ha importato 172 milioni di euro di vino italiano (+15,8%).

Dall’altra parte dell’Oceano, crescono ancora gli Stati Uniti, primo mercato al mondo per importazioni e consumi di vino, così come per il vino italiano, che nel 2022 ha fatturato 1,86 miliardi di euro (+8,3%). Ancora migliore, in termini di crescita, si è rivelato il 2022 del Canada,che ha segnato un ottimo +11,4%, performance con cui certifica il sorpasso sulla Svizzera come quarto mercato per le esportazioni di vino italiano, che qui ha fatturato 427,4 milioni di euro.

Infine, l’Asia, che ha seguito praticamente lo stesso spartito dall’inizio alla fine dell’anno. La Cina perde ancora posizioni, chiudendo ad appena 111 milioni di euro di vino italiano, con un calo dell’11,8% sul 2021. Il Giappone, invece, segna la crescita più solida tra tutti i partner commerciali del Belpaese: +28,6%, ad un passo dai 200 milioni di euro (199,4 milioni di euro, per la precisione). Con un ultimo sforzo, chiude in territorio (leggermente) positivo la Corea del Sud, a 75,6 milioni di euro (+0,6%). Infine, il ricco, ma sempre più ridotto, mercato di Hong Kong, dove, nel 2022, il vino italiano ha fatturato 27,2 milioni di euro (-7,5%).

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