Il 2018 è l’anno della cucina italiana nel mondo, e non poteva aprirsi in modo migliore che con i dati Istat, analizzati da Coldiretti, che individuano la tendenza positiva dell’export dei prodotti tipici dell’agroalimentare italiano in Cina. Nel 2017 sono stati 1,4 milioni i cinesi che hanno visitati l’Italia, e dove hanno avuto modo di assaggiare ed appassionarsi a prodotti di qualità made in Italy, che hanno fatto crescere le esportazioni della Penisola verso il mercato cinese del 18%, superando i 460 milioni di euro. Prima eccellenza su tutte il vino, che ha visto le vendite salire del 21%, per un totale di 120 milioni di euro. Ma anche l’olio d’oliva, con oltre 40 milioni di euro, ha segnato una crescita delle esportazioni nel Paese asiatico del 41%, i formaggi sono aumentati del 34% seppur con un valore ancora limitato di 17 milioni di euro (anche a causa dei super dazi ridotti poi nell’ultimo trimestre dello scorso anno) e infine l’export di pasta italiana, salito del 20% toccando i 23 milioni di euro.
Dati positivi, sottolinea la Coldiretti, che indicano la tendenza a un progressivo riequilibrio della bilancia commerciale agroalimentare del nostro Paese, visto che nel 2017, a fronte di un boom dell’export, le importazioni italiane dalla Cina sono invece diminuite del 10%, attestandosi sui 570 milioni di euro. Risultati importanti maturati nell’anno in cui, spiega la Coldiretti, il governo cinese ha rimosso il bando sulla carne bovina tricolore e ha dimezzato i dazi all’importazione su alcuni prodotti cardine del made in Italy a tavola come Parmigiano Reggiano, Grana Padano e altri formaggi stagionati e per il gorgonzola (da 15/12% a 8%); per formaggio grattugiato e fuso e acquaviti di vino (da 10 al 5%); vermouth (da 65 a 14%); pasta e salsicce/salami (da 15 a 8%).
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