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LE FAMIGLIE ITALIANE TAGLIANO SUI CONSUMI ALIMENTARI: -3,3% SPESA CIBO NEL 2013 MA VOLA BIO E DOP-IGP. IL 27% DEI GIOVANI NON RINUNCIA AL “LUSSO A TAVOLA”. LO EVIDENZIA UN’INDAGINE DI CIA-CONFEDERAZIONE ITALIANA AGRICOLTORI E CENSIS

Strette nella morsa della crisi, le famiglie italiane anche nel 2013, per il secondo anno consecutivo, hanno tagliato sui consumi alimentari, scesi del 3,3%, a 120 miliardi di euro, nei primi tre trimestri 2013. Lo evidenzia un’indagine by Censis/Cia.
Tuttavia, se da un lato più di tre quarti degli italiani ricorre a marche commerciali per ridurre la spesa, dall’altra vi è una nutrita quota che non è disposta a rinunciare alla qualità ed eccellenza. Il 41% degli italiani ha acquistato negli ultimi 6 mesi frutta e verdura biologica e il 33,2% carne da allevamenti biologici. Vi è poi un 20,6% disposto anche a spendere molto pur di acquistare prodotti dell’eccellenza agroalimentare, soprattutto i giovani (il 27,1% degli under 45 non rinuncia al “lusso a tavola”).
Prova ne è - sottolinea ancora il rapporto - che i prodotti alimentari bio e quelli certificati Dop e Igp detengono quote sempre più estese sia in Italia che all’estero. Il volume di affari della produzione italiana bio è stimato in 3,1 mld di euro, mentre il fatturato della produzione certificata sfiora i 7 miliardi di euro.
La maggior parte degli italiani - secondo il rapporto Censis/Cia - è comunque ormai orientata su uno stile d’acquisto improntato al risparmio. L’85% quando fa la spesa cerca di spendere meglio di prima, eliminando sprechi ed eccessi e il 72,8% afferma che la famiglia ha completamente riorganizzato la spesa alimentare orientandola su offerte e su alimenti più convenienti. Il 59% ha anche sacrificato pranzi e cene al ristorante. Tali comportamenti - sottolinea il rapporto Censis/Cia - sembrano per di più rispondere quasi a una nuova regola di vita che gli italiani si sono dati: il 57% afferma infatti che, a prescindere o meno dalle proprie disponibilità economiche, avverte meno, rispetto al passato, il desiderio di spendere e comprare.
La sicurezza del cibo e la trasparenza dell’etichetta sono, comunque, molto considerate all’atto dell’acquisto tanto che - aggiunge la ricerca - la chiarezza delle informazioni è giudicata di gran lunga il fattore più importante dal 42% delle persone intervistate. Seguono le caratteristiche nutrizionali (37%). Il 24% ritiene importante la confezione, il 23% guarda alla marca, solo l’11% si fa condizionare dalle novità del mercato e l’8% dal fatto che il prodotto sia equo e solidale.
Mentre i consumi interni ristagnano, i Paesi stranieri si consolidano come sbocchi del cibo e vino Made in Italy. L’export di prodotti agricoli e alimentari è cresciuto del 32,1% tra il 2007 e il 2012, molto più del valore medio dell’export (+7%) e il trend positivo è continuato lo scorso anno (+5,5%) nonostante lo stop del valore complessivo delle esportazioni italiane (-0,2%).

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