Le prime degustazioni degli esperti internazionali non lasciano dubbi: il Brunello 2006 è un’annata eccezionale. In attesa degli altri big del settore e di Benvenuto Brunello, le anticipazioni espresse dai due tra i maggiori conoscitori dell’enologia italiana Monica Larner e James Suckling sono più che lusinghiere. “Il Brunello di Montalcino dell’annata 2006 - ha commentato Suckling - è il nuovo “benchmark” per questa denominazione e per l’uva Sangiovese. Non riesco a pensare ad un esempio migliore dei vini toscani. Comunque penso che il 2006 sia la più grande vendemmia di Sangiovese degli ultimi anni e che i vini 2006 stiano creando un nuovo standard per i produttori di Brunello e per la loro regione”. Le aziende testate sono state quasi 170 (125 per Sukling e 17 per Larner, più 21 riserva 2005). 27 i Brunelli che hanno ottenuto un punteggio tra i 95 e i 100 centesimi, mentre sono 113 quelli che hanno ottenuto tra i 90 ed i 94 centesimi. Suckling ha incoronato due Brunelli con il massimo della valutazione (100/100): si tratta della Luce della Vite Luce dell’azienda Castelgiocondo di Frescobaldi e il Casanova di Neri Tenuta Nuova, Il giudizio su Casanova è condiviso anche da Larner, che ha attribuito al vino il punteggio più alto raggiunto dai vini 2006, ovvero 97 centesimi. Lo stesso vale per Altesino Montosoli, Castello Banfi Poggio alle Mura, San Polino Helichrysum che, in entrambe le classifiche, si trovano nella fascia oltre i 94 punti.
I produttori del Consorzio sono molto soddisfatti di questi primi giudizi e commentano così: è un momento molto speciale per Brunello di Montalcino, una versione migliore dell’annata 2004, dotato di un aroma incredibile e parte di un’evoluzione e di un’identità nuova per Montalcino. I vini 2007 hanno un sapore un po’ più fruttato rispetto a quelli del 2006. Tuttavia sono la qualità del suo incredibile tannino e la freschezza della sua acidità a fare del vino 2006 il mio preferito.
“C’è solo una cosa, oltre al 2006, che crea più eccitazione tra i produttori – ha commentato Monica Larner - ed è il vino del 2007 che è ancora in affinamento in cantina. Gli assaggi mostrano che il lancio del Brunello di Montalcino dell’anno prossimo potrebbe rappresentare la migliore annata che la regione abbia mai prodotto, una vera e propria pietra miliare che rappresenterebbe un livello più alto rispetto ai vini delle annate 1995, 1997, 2001, 2004 e 2006. I vini del 2007 mostrano la stessa purezza aromatica e l’intensità di quelli del 2006, ma con la forza e la longevità di quelli del 2004”. “Ciò che mi entusiasma - scrive James Suckling nel suo blog - riguardo ai vini è il loro carattere metaforico: sembrano cambiare in ogni momento quando sono in bicchiere. All’inizio sono eleganti e timidi, con un aroma delicato di fiori e ciliegie, ma poi i colori, la forza aromatica e il potere crescono. Ho scoperto raramente l’energia che un Sangiovese contiene. Ho visto la stessa reazione solo in un Burgundy rosso e sto parlando di grand cru o premiere cru Pinot Noirs. È il segnale di una grande annata”.
Il presidente del Consorzio del Vino Brunello di Montalcino Ezio Rivella sottolinea che “la crescita qualitativa dei produttori è evidente sia per la parte in vigna sia per quella in cantina. Quello ottenuto dai due esperti internazionali è un riconoscimento a tutto il movimento dei produttori che stanno tutti lavorando per rafforzare e migliorare la qualità del vino a livello internazionale. In attesa di “Benvenuto Brunello” (18/198 febbraio), spero che queste valutazioni vengano confermate sia dalla critica che dal mercato”.
Il Consorzio del Vino Brunello di Montalcino è nato nel 1967 all'indomani del riconoscimento della Doc, come libera associazione fra i produttori, intenzionati a tutelare il loro vino il cui prestigio sempre più andava affermandosi. Ha rappresentato in questi anni uno strumento di scrupolosa e responsabile autodisciplina, sollecitando un coagulo fra aziende vecchie e nuove, piccole e grandi, così che le consolidate e sagge abitudini sono diventate una comune strategia per il successo qualitativo. Il Consorzio tutela e valorizza tutti e quattro i vini a denominazione di Montalcino: Brunello di Montalcino, Rosso di Montalcino, Moscadello di Montalcino e Sant’Antimo. I produttori sono 250 (di cui 200 imbottigliatori), tutti associati al Consorzio. Complessivamente gli ettari a vigneto nel territorio di Montalcino sono 3500 così ripartiti: 2100 ettari coltivati a Brunello di Montalcino; 510 ettari coltivati a Rosso di Montalcino; 50 ettari coltivati a Moscadello di Montalcino; 600 ettari coltivati a Sant’Antimo Doc; la restante parte è coltivata a Igt. Mediamente ogni anno sono prodotte 6.500.000 bottiglie di Brunello di Montalcino, 4.000.000 di Rosso di Montalcino, 80.000 di Moscadello di Montalcino e 500.000 di Sant’Antimo. La produzione è esportata per circa il 60% e il valore complessivo del giro d’affari del settore vitivinicolo a Montalcino è mediamente di 140 milioni di euro.
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