I fatturati delle insegne della grande distribuzione organizzata, in Italia come nel resto d’Europa, vivono da tempo un’erosione continua dei fatturati, con l’eccezione, comune a tutti, dei prodotti a marchio del distributore, che rappresentano una quota di mercato superiore al 30% in ben 17 Paesi sui 19 d’Europa analizzati da Nielsen per il Plma di Amsterdam, associazione fondata nel 1979 per promuovere le private label, che ha riunito 4.400 produttori a “Il Mondo del Marchio del Distributore”, di scena oggi nella capitale olandese. L’Italia, da questo punto di vista, è ancora indietro, con l’incidenza dei prodotti a marchio sui fatturati della gdo che nel 2018 ha toccato il 19,6% a valore, in crescita del 3% sul 2017 (dati Nielsen), per un giro d’affari complessivo di 10,3 miliardi di euro, ma mercati come quelli di Gran Bretagna (46%), Germania (46%) e Spagna (52%) sono letteralmente dominati dalle private label che, ovviamente, abbracciano ogni sorta di prodotto, incluso il vino, che in Europa mette insieme vendite per 90 miliardi di euro, e in Paesi come Francia, Germania, Spagna e Regno Unito, le bottiglie con le insegne dei supermercati pesano per oltre il 60% delle vendite in gdo. Un trend confermato, ai microfoni di WineNews, da Giampaolo Gavioli, direttore commerciale di Caviro, che ricorda come “i vini a marchio del distributore, specie sui mercati internazionali, muovono una quota in continua crescita, diventata ormai vitale per i grandi produttori”. E chissà se, come fatto ventilare da più parti, presto non cada anche l’ultimo dei tabù: le maggiori insegne della gdo, a quanto pare, stanno pensando seriamente di aprire le porte ai prodotti a marchio della concorrenza, in una sorta di scambio reciproco che permetta al settore di crescere senza passare per acquisizioni o nuove aperture. Una crescita, quella dei prodotti a marchio del distributore, che non è solo quantitativa, ma anche qualitativa, e forse è proprio nel vino che è più evidente, tanto da meritarsi una categoria a sé nei “Salute to Excellence Wine Awards” 2019, i premi della Plma di Amsterdam. Per il Belpaese, sono due i vini a marchio premiati: il Coop Fior Fiore Chianti Classico Rocca delle Macìe 2016 ed il Despar Nebbiolo Langhe Vignaia Bauducco 2015. Ma di vini italiani ce ne sono tanti altri, dal Merlot Sicilia Mario Collina 2017 dell’insegna tedesca Aldi Süd al Via al Castello Lugana 2018 dell’altra catena della gdo tedesca Edeka, dal Soave Classico Giulio Pasotti 2017 della Lidl all’AH Excellent Selectie Prosecco Vino Spumante Brut Andrea Longo dell’olandese Albert Heijn, dal Kirkland Signature Asolo Prosecco Superiore dell’americana Costco al Sarmentino Frizzante Italia di nuovo dell’olandese Albert Heijn.
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