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CULTURA & AMBIENTE

Le sentinelle dell’ambiente amano l’arte: dopo il Louvre, le api diventano “tesori” per gli Uffizi

Uno sciame di migliaia di esemplari si è insediato al Giardino di Boboli. Da Parigi a Firenze la cultura in prima linea a difesa dei preziosi insetti

I più prestigiosi musei del mondo accolgono delle “amiche speciali”. Ovvero le api, le sentinelle dell’ambiente e insetti preziosissimi per l’equilibrio del nostro ecosistema. Dopo il Louvre di Parigi, dove al giardino delle Tuilieres, uno dei polmoni verdi della capitale francese che si trova ai piedi del museo, si è raccolto il miele a coronamento di un progetto iniziato nel 2018 con l’insediamento di oltre 300.000 api, adesso è la volta della Galleria degli Uffizi di Firenze, altro tempio mondiale dell’arte. E chissà che presto il “derby” tra le due istituzioni non si accenda anche per la produzione di quello che viene definito dai nutrizionisti come “oro giallo”.
Questa estate a Firenze è, infatti, arrivata una novità. La già folta fauna del Giardino di Boboli, gioiello paesaggistico ed architettonico che fa parte del sistema delle Gallerie degli Uffizi, è cresciuta grazie a nuove e inaspettate residenti: uno sciame di api mellifere, formato da alcune decine di migliaia di esemplari, ha scelto di insediarsi in una feritoia dell’antico muro lungo il viale che porta alla limonaia
. Arrivate nei giorni scorsi, per costruire il loro alveare, le api hanno individuato un luogo assolutamente strategico nell’ecosistema del parco mediceo. Il punto dove si sono installate dista infatti poche decine di metri da una fonte pressoché inesauribile di nutrimento, il bellissimo giardino della stessa Limonaia che accoglie diverse decine di tipologie di fiori colorati, dove ora ogni giorno le api bottinatrici e i bombi impollinatori possono essere notati mentre “pascolano”. Per giunta, la profondità della feritoia garantisce un sicuro rifugio per la regina dello sciame. Per assicurare alle api un’esistenza tranquilla (e per garantire la sicurezza dei visitatori che si trovano a passare nella zona), nell’aiuola antistante il muro dove si trova l’alveare è stata subito installata una protezione in legno verde. Nei prossimi giorni verrà anche posizionata in loco una segnaletica che informa della sua presenza, invitando a non disturbare le api. In base alle stime degli esperti, le api dovrebbero rimanere nella loro residenza in Boboli almeno per alcuni anni, prima di volare verso nuove destinazioni.
Intanto, sulla pagina Facebook delle Gallerie degli Uffizi, nella vigilia di Ferragosto, sarà pubblicato un video che racconta la vita quotidiana dello sciame di api di Boboli. Un messaggio importante in un momento storico in cui questi animali sono messi a dura prova dai cambiamenti ambientali che ne minacciano l’esistenza. Come ha spiegato il direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt, “in un periodo in cui la moria delle api in Italia e nel mondo preoccupa gli specialisti per l’equilibrio e la sopravvivenza del nostro ecosistema, l’arrivo di questo sciame a Boboli è un dono inaspettato e generoso della natura, che garantirà ancora più rigoglio al giardino. La zona interessata è stata protetta e non vi è pericolo che i visitatori vengano punti: alle api interessano piante e fiori, sui quali lavorano con grande impegno”. La coordinatrice del Giardino di Boboli, Bianca Maria Landi, lancia, intanto, un appello ai tanti visitatori degli Uffizi: “vi chiediamo di aiutarci e di avere la massima attenzione e rispetto per le nostre api, perché possano continuare indisturbate il loro insostituibile servizio nei confronti di Madre Natura. Le api infatti provvedono all’impollinazione di oltre il 70% delle specie vegetali viventi, contribuendo alla produzione di oltre il 35% del cibo. Dalla loro sopravvivenza dipende quella del nostro stesso pianeta”.

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