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ATTUALITÀ

L’Emilia-Romagna nel fango: dagli ortaggi alla frutta, ai vigneti. Agricoltura a rischio

Coldiretti: l’acqua ha lasciato il posto ad un pesante strato di limo e sabbia che crea una crosta impermeabile soffocando il terreno
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Le pesche, tra le colture che pagano il conto più salato (credit: Unplash)

Qual è lo stato di salute dei terreni agricoli dell’Emilia Romagna, regione tra le più importanti del settore? Attualmente la situazione non è positiva e lascia più di una preoccupazione. L’acqua, su oltre centomila ettari coltivati, ha lasciato il posto ad un pesante strato di limo e sabbia che crea una crosta impermeabile soffocando il terreno e rendendo impossibili gli scambi gassosi fondamentali per le radici e la vita delle piante. Coldiretti lancia l’allarme, ad un mese della terribile alluvione, che ha devastato la Romagna, dove nelle colline si fanno ancora i conti con oltre mille frane attive, terreni agricoli distrutti, interi vigneti ed uliveti trascinati a valle e strade interrotte. I raccolti di ortaggi, grano orzo, mais, girasole, colza e soia coperti dal fango sono andati completamente perduti ma per recuperare la funzionalità dei campi e tornare a seminare è necessario, sottolinea Coldiretti, arare in profondità per rimescolare gli strati del terreno e diluire la presenza di limo e sabbia in superficie. Frutteti e vigneti stanno morendo per asfissia radicale con la perdita di produzione per i prossimi quattro o cinque anni. Uno stato di sofferenza che coinvolge un territorio con 25.000 ettari di frutteti (pesche, nettarine, kiwi, albicocche, susine, pere, kaki, ciliegi, castagni) ma ci sono altri 25.000 ettari dove sono piantati vigneti ed altre migliaia coltivati ad orticole come patate, pomodoro, cipolla e altro anche per la produzione di sementi. Ed ancora, 60.000 ettari coltivati a grano duro per la pasta, grano tenero per il pane, orzo, sorgo e mais. Su altri 7.000 ettari si estendono invece le coltivazioni di girasole, colza e soia.
“L’alluvione - ha ricordato Coldiretti - ha devastato un territorio con 21.000 aziende agricole e allevamenti in una delle aree più agricole del Paese con una produzione lorda vendibile della Romagna pari a 1,5 miliardi di euro all’anno che moltiplica lungo la filiera grazie ad un indotto di avanguardia, privato e cooperativo, nella trasformazione e distribuzione alimentare che è stato fortemente compromesso. Ai danni sulla produzione agricola si aggiungono quelli alle strutture come gli impianti dei frutteti, le serre, gli edifici rurali, le stalle, i macchinari e le attrezzature perse senza contare la necessità di bonificare i terreni e ripristinare la viabilità nelle aree rurali con frane nelle aziende e lungo le strade”.
Ma a pesare c’è anche il fenomeno del dissesto idrogeologico con terreni letteralmente ingoiati da frane, voragini e smottamenti senza dimenticare i danni alle infrastrutture con strade interrotte e quindi difficoltà a garantire cure agli animali isolati per le interruzioni nel sistema viario ma anche la commercializzazione dei prodotti scampati al disastro. Nelle aree collinari, precisa sempre la Coldiretti, sono crollati terreni coltivati a seminativo, erba medica, intere vigne e boschi di castagno ma preoccupa anche la situazione degli allevamenti e degli alveari di api che sono state decimate.
Si spera adesso nel turismo estivo e nell’acquisto, anche da parte delle strutture alberghiere e della ristorazione, per l’acquisto di cibi e vino Made in Romagna. “Ci sono segnali di attenzione con una ordinanza della protezione civile ha disposto la sospensione delle rate dei mutui anche per l’agricoltura. Ma serve garantire l’arrivo degli aiuti nel minor tempo possibile e dare a queste zone martoriate la possibilità di riparare i danni e ripartire” afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “le importanti misure varate dal Governo per imprese e lavoratori colpiti dall’alluvione sono un primo passo significativo ma per affrontare l’emergenza saranno necessari ulteriori sforzi e risorse, anche con il contributo dell’Unione Europea”.

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