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SFIDE

L’emisfero Sud del mondo va verso la vendemmia, ma fa i conti con eventi climatici estremi 

Dal Cile alla Nuova Zelanda comincia per i produttori il periodo più importante dell’anno, tra le insidie di un meteo sempre meno prevedibile 
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Vigneti in Nuova Zelanda prima del ciclone (ph: NZ Winegrowers Inc) 

Si apprestano alla vendemmia i viticoltori dell’emisfero Sud del mondo, dal Cile alla Nuova Zelanda, passando per il Sudafrica, ma non mancano le difficoltà causate da eventi climatici estremi e da un meteo sempre meno prevedibile: in Cile, incendi devastanti hanno bruciato più di 1 milione di acri, mentre in Nuova Zelanda si fanno i conti con cicloni e allagamenti.
In Cile, dove tradizionalmente si vendemmia a marzo, sono più di 1 milione gli acri bruciati nelle regioni vinicole: ad essere coinvolte le regioni di Ñuble e Bío Bío, nella Valle di Itata, sede di alcuni dei vigneti più antichi del Paese. Molti ettari di foreste sono bruciati e questa volta, a differenza dei grandi incendi del 2017, anche vigneti, case e persino cantine. I vigneti spesso fungono da cuscinetto contro gli incendi, ma questa volta ci sono stati danni significativi alle viti: molte delle uve destinate alla vendemmia 2023 sono state rovinate dall’esposizione al fumo o dai danni causati dal calore. Nel sud del Cile, da dicembre in poi il meteo è stato caratterizzato da caldo intenso e raffiche di vento che hanno contribuito a innescare e diffondere incendi. L’assenza di piogge estive ha aumentato il rischio di diffusione: le precipitazioni totali sono le più basse che il Cile meridionale abbia mai visto negli ultimi quattro anni.
Non va meglio in Nuova Zelanda, dove sono alle prese con le conseguenze del ciclone Gabrielle, che si è abbattuto sul Paese il 13 febbraio.  Oltre ad aver provocato vittime e colpito abitazioni e infrastrutture (si stimano danni per 13 miliardi di dollari), ha anche distrutto frutteti, vigneti e colture agricole in alcune delle regioni più produttive della Nuova Zelanda. In particolare non ha risparmiato Hawke’s Bay e Gisborne, seconda e terza regione produttrici di vino. Per i viticoltori è arrivato proprio all’apice del periodo dell’anno più impegnativo, mentre sta per iniziare la vendemmia 2023. Come comunicato da New Zealand Wine, associazione di categoria del settore, se da una parte c’è chi sta valutando l’entità dei danni - contando sui finanziamenti stanziati dal Governo per l’emergenza - dall’altra, per i fortunati che non sono stati colpiti in modo così esteso, sta per iniziare la vendemmia più difficile della storia recente. La parola d’ordine è resilienza: tutto il settore si è stretto intorno alle aziende colpite, aiutandole con contributi e donazioni.
In Sudafrica, dove la vendemmia va da gennaio ad aprile, le previsioni per il 2023 sono al ribasso, con un raccolto stimato inferiore sul 2022: secondo Vinpro, associazione che rappresenta 2.600 tra produttori e cantine del Paese, questa potrebbe essere la quarta vendemmia più piccola in 17 anni. La diminuzione del raccolto è attribuita principalmente allo sradicamento dei vigneti, in particolare nel Northern Cape, nel fiume Olifants e nello Swartland. Hanno influito inoltre le malattie della vite, in particolare l’oidio. Anche i picchi di calore di dicembre e gennaio hanno causato danni ai vigneti in alcune zone.

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