Se in Italia, a quanto pare ancora, non sono maturi i tempi per un marchio unico sulla sostenibilità da mettere in bottiglia, che consentirebbe al Belpaese di essere il primo ad adottare e comunicare uno standard nazionale unico della certificazione di sostenibilità, in Europa c’è chi si sta muovendo, anche se in modo individuale. Come avviene in Francia, con la storica cantina Château de Sérame che ha utilizzato il sistema di etichettatura Planet-Score per il proprio vino. Un’etichettatura a semaforo, sistema tanto discusso quando si parla di valori nutrizionali, ma che in questo caso mira altrove, e cioè alla sostenibilità. Un aspetto sempre più importante, per non dire dominante, anche nel settore del vino. Ma è anche un “plus” di informazione diretto al consumatore ormai particolarmente attento al tema della sostenibilità e desideroso di scoprire i particolari del prodotto portato a tavola, vino compreso.
D’altronde “ci sono molte etichette, il consumatore è completamente perso”, riassume, al sito vitisphere.com,Aymeric Izard, direttore delle operazioni di Château Sérame nelle Corbières (gruppo Famille d’Exéa, 240 ettari di vigneti biologici), che risponde a questo problema ricorrente adottando il “Planet Score”. Si tratta del primo vino a presentare questa particolare classificazione di lettere colorate (dalla “A” verde alla “E” rossa) su tre criteri ambientali precisi e quindi l’uso di pesticidi, la protezione della biodiversità e la mobilitazione contro il cambiamento climatico.
L’etichetta dovrebbe, dunque, fornire un aiuto ai consumatori nello scegliere un prodotto possibilmente più sostenibile ma è anche un modo per una cantina di comunicare le sue caratteristiche, dal biologico alla biodinamica, tanto per fare degli esempi, utilizzando un unico strumento evitando così la collezione di “bollini”. La famiglia Exéa si è mossa per prima ma presto potrebbe essere seguita da altre realtà vitivinicole francesi, tanto nei vini come nei distillati. Questa è la previsione di Sabine Bonnot, portavoce Planet-Score e presidente Istituto Tecnico di Agricoltura Biologica (Itab), che ha guidato la creazione di questo marchio ambientale. “Lavoriamo con più di una dozzina di case e cooperative del settore, in Francia ma anche all’estero. Il settore sta facendo grandi cose e si sta organizzando per rendere trasparenti le traiettorie di avanzamento intraprese. Il Planet-score permette di riprodurre queste traiettorie con sfumature, come una terza parte fidata, senza tabù e senza greenwashing”.
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