Ancora buoni segnali in arrivo per le esportazioni di vino italiano. Ammonta, infatti, a 5,9 miliardi di euro l’export di vino del Belpaese nei primi 9 mesi 2024, in crescita del 5,6% sullo stesso periodo 2023 e migliorando anche l’ultima rilevazione mensile, riferita ad agosto (+4,6%). In territorio positivo anche il risultato che indica i volumi con 1,6 miliardi di litri, +3,4% rispetto a dodici mesi fa. Un ruolino di marcia alimentato sempre di più dall’exploit degli spumanti arrivati al termine del terzo trimestre 2024 a 1,7 miliardi di euro di valore delle esportazioni, con un miglioramento del 9,4% sullo stesso periodo 2023, con le bollicine che valgono il 28,7% delle esportazioni di vino italiano nel mondo, e che, a livello di dato complessivo di Paese, mascherano un po’ le difficoltà maggiori che affrontano da tempo i vini fermi, rossi in testa. Questa la fotografia che arriva dai dati Istat, sui primi 9 mesi dell’anno, aggiornati oggi, e analizzati da WineNews. E che sono l’ennesima conferma di un settore che, pur dovendo affrontare le note criticità di questi tempi, continua a conservare il segno positivo, nel mondo, migliorando, mese per mese, la propria performance. Una iniezione di fiducia necessaria, da accogliere sempre con la dovuta cautela, visto il periodo storico caratterizzato da instabilità internazionali, cambiamento dei consumi e interrogativi come, ad esempio, il pericolo dazi, ma a dimostrazione di un comparto, quello del vino italiano, che non perde appeal nel mondo. I principali Paesi di destinazione del vino italiano mostrano, quasi tutti, infatti, indici positivi nel confronto cumulativo riferito al periodo gennaio-settembre 2023 e 2024.
Sono ancora gli Stati Uniti il mercato di approdo n. 1 per l’Italia: con 1,4 miliardi di euro (+8,4%), dato ancora in crescita, rappresentano quasi un quarto delle vendite di vino italiano nel mondo. E proprio negli Usa gli ordini potrebbero impennarsi nella parte finale del 2024, per scongiurare, almeno inizialmente, i possibili problemi relativi all’ipotesi dei dazi promessi sui prodotti europei, nel 2025, con il ritorno del neo eletto Presidente Usa Donald Trump. Nel mercato continentale, invece, è la Germania il Paese n.1, con 866,9 milioni di euro (+4,6%), seguita dalla Gran Bretagna che torna con il segno positivo rispetto all’ultima rilevazione, altra buona notizia, con 602,5 milioni di euro (+0,1%). Bene anche il Canada con 336 milioni di euro e che segna un “balzo” a doppia cifra (+17,3%). La prima nota negativa arriva dalla Svizzera (288 milioni di euro, -3,2%), mentre la Francia torna a “correre” con 231,5 milioni di euro (+2,5%), e con i Paesi Bassi che mandano, di nuovo, segnali interessanti (177,4 milioni di euro, +6,6%). Non si ferma il “ciclone” Russia che, con 173,4 milioni di euro, compie una crescita “spumeggiante”, la migliore di tutti, arrivando a +63,5%. Non si ripete, al momento, il Belgio, che comunque sfiora il “pareggio” rispetto ad un anno fa (161,8 milioni di euro, -0,5%), mentre notizie confortanti arrivano anche dal continente asiatico grazie al Giappone che, nei primi 9 mesi 2024, ha importato per 146 milioni di euro (+4%), tanto da superare la Svezia (144,7 milioni di euro, +2,9%). Si conferma solido il mercato dell’Austria a 117,7 milioni di euro (+15,3%), e migliora anche la Danimarca a 108,2 milioni di euro (+5,7%). La Cina, invece, continua ad essere un mercato che non “guarisce”, nonostante le sue enormi potenzialità: continua la discesa dell’import di vino italiano nel Paese del Dragone che si ferma a 62 milioni di euro (-11%), e va giù, anche se in misura minore, la Corea del Sud (37,1 milioni di euro, -1,7%).
Una fotografia che, come detto, regala qualche soddisfazione, ma senza cedere agli entusiasmi, al mondo del vino italiano, aspettando lo “sprint” di fine anno e un 2025 atteso con un misto di fiducia, speranza e preoccupazione, con tante variabili difficili, al momento, da prevedere.
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