Arriva a 5,17 miliardi di euro l’export del vino italiano nei primi 8 mesi 2024, in crescita del 4,6% sullo stesso periodo 2023 e migliorando di fatto l’ultima rilevazione mensile, riferita a luglio (+4,1%). Positivo anche il dato riferito ai volumi, con 1,41 miliardi di litri, quasi il 3% in più rispetto a dodici mesi fa. A dirlo sono i dati Istat, analizzati da WineNews, a dimostrazione di un settore che, nonostante le note criticità, continua a mantenere il segno positivo, e quindi la fiducia, fondamentale in ottica futura, in un periodo storico che richiede di mantenere i piedi ben piantati in terra, tra scenari internazionali fragili e criticità per l’economia internazionale. Ancora una volta gli Stati Uniti si confermano il primo mercato per il vino italiano, con valori in crescita del 7,8% per 1,25 miliardi di euro, a dimostrazione di un feeling solido e un giro di affari ben superiore rispetto a quello generato con gli altri partner. E dove si potrebbe assistere anche ad una corsa degli ordini negli ultimi mesi dell’anno da parte degli operatori, per evitare, almeno inizialmente, i possibili problemi che potrebbero arrivare dai dazi sui prodotti europei promessi dal Presidente eletto Donald Trump, nel 2025.
Bene anche la Germania, primo sbocco continentale per il vino italiano, ad un passo dai 765 milioni di euro e che segna +4,5% nei primi 8 mesi 2024 sul 2023; una crescita che, invece, non accompagna la Gran Bretagna (-0,3%), che scende a 519,9 milioni di euro. Anche la Svizzera prosegue la propria discesa tra i principali mercati in valore (-3,1%), importando per 252,5 milioni di euro e facendosi sorpassare dal Canada, che conferma il proprio trend positivo (+3,6%), salendo a 254,3 milioni di euro. In leggero calo sono la Francia (-1,2%), prima potenza mondiale del vino in valore, che segna 201,1 milioni di euro, e anche il Belgio (-1,3), che si ferma a 140,3 milioni di euro. Buona, invece, la risposta che arriva dai Paesi Bassi che migliorano di quasi il 7% per 159,2 milioni di euro, così come quella della Danimarca (+6,4% pari a 97,2 milioni di euro), e, soprattutto, dell’Austria con un miglioramento a doppia cifra (+16%) per un valore di 104,5 milioni di euro. E poi c’è la Russia che continua a stupire con performance notevoli, +70,1% sul medesimo periodo 2023, con l’import salito a 153,9 milioni di euro, continuando di fatto a scalare posizioni tra i mercati più importanti.
Guardando ad Oriente, invece, la situazione è in chiaroscuro: se la Cina, dove in tanti nutrivano forti speranze, continua ad allontanarsi dal vino, precipitando a 57,1 milioni di euro (-10,4%), il Giappone risale la china (+2,6%) e con 129,4 milioni di euro in valore si conferma un Paese importante per il vino tricolore. Anche la Corea del Sud (-3,8%) perde terreno, andando sotto la soglia dei 33 milioni di euro.
In definitiva si può parlare di un quadro, nel suo insieme, positivo, per le esportazioni del vino italiano, con gli Usa, il mercato più importante, che continuano a crescere, così come la Germania, leader in Europa. E se nel Vecchio Continente qualche segnale negativo è arrivato (Uk) o continua ad arrivare (Svizzera, Francia, Belgio), mercati come Austria e Paesi Bassi si fanno sempre più interessanti e la continua ascesa della Russia appare vitale e, in prospettiva, sempre più interessante. Pur con la dovuta cautela, il fine anno fa ben sperare, in attesa di un 2025 che possa essere quello della rinascita, forte anche di un appeal che continua a non abbandonare il vino del Belpaese negli scenari internazionali.
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