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VINO E LEGGE

L’Igt Toscana, pilastro del vino italiano, ora avrà più tutela e promozione

Rumors WineNews: firmato il decreto che autorizza il Consorzio, guidato da Cesare Cecchi, a proteggere e promuovere il brand Toscana
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I vigneti di Toscana, tra i più ammirati del mondo (ph: Clay Banks via Unsplash)

Pilastro del vino italiano e toscano, indicazione geografica sotto il cui cappello ricadono anche etichette più prestigiose del Belpaese (dal Tignanello al Solaia di Antinori, dal Masseto al Gorgona di Frescobaldi, da Le Pergole Torte di Montevertine a Tenuta di Trinoro, dal Flaccianello della Pieve di Fontodi al Coevo di Cecchi, al Testa Matta di Bibi Graetz, per citarne solo alcuni tra i tantissimi grandi esempi possibili) ma anche tanti vini “pop”, sperimentali ed innovativi, ora l’Igt Toscana avrà il suo Consorzio di riferimento. Da rumors WineNews è stato firmato, in queste ore, il decreto ministeriale che autorizza ad operare, a tutelare il nome ed a fare la promozione dell’Igt Toscana, per il già costituito Consorzio Vino Toscana, presieduto da Cesare Cecchi e diretto da Stefano Campatelli (e al quale hanno già aderito oltre 130 realtà di primo piano, come si legge qui).
Uno dei nomi più forti del vino italiano, dunque, Toscana, e grande Indicazione Geografica sotto cui ricadono 13.500 ettari di vigneto, per una produzione media annua rivendicata di 640.000 ettolitri negli ultimi 5 anni, una peso del 27% sulla produzione complessiva regionale, con oltre 95 milioni di bottiglie commercializzate ogni anno per un valore alla produzione che sfiora il mezzo miliardo di euro, avrà dunque un suo riferimento istituzionale, attraverso il quale passerà in primis la tutela del nome, poi la promozione,
e la messa in ordine di un disciplinare sotto le cui regole ricadono tanti vini diversi, prodotti da oltre 1.400 produttori imbottigliatori. Per un brand, l’Igt Toscana, forte in Italia (dove finisce il 31% della produzione) e fortissimo all’export, dove finiscono 7 bottiglie su 10, con una crescita del 126% negli ultimi anni, con Europa (46%) e Usa (33%) come principali mercati di destinazione.

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