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VINO E RICERCA

L’Indice Bigot, un metodo per valutare, da 0 a 100, il potenziale qualitativo del vigneto

A WineNews l’agronomo Giovanni Bigot: “basato su nove parametri, è nato da anni di studi e raccolta ed analisi dati”
ANGELO GAJA, CARLO PETRINI, CASTELLO DI CIGOGNOLA, GUOVANNI BIGOT, INDICE BIGOT, QUALITA DEL VIGNETO, Italia
Friuli Venezia Giulia, la Regione dei bianchi

Se è vero che un grande vino nasce prima di tutto in vigna, va da sé che riuscire a misurare, nella maniera più obiettiva possibile, la qualità di un vigneto sarebbe di enorme aiuto per i produttori del Belpaese. È ciò che si propone di fare l’Indice Bigot, metodo che prende il nome dal suo creatore, l’agronomo friulano Giovanni Bigot, per valutare il potenziale qualitativo del vigneto, utilizzando un approccio scientifico che poggia su anni di ricerca, sperimentazione e raccolta dati in centinaia di ettari nei migliori terroir del Belpaese, dal Friuli Venezia Giulia al Piemonte, dalla Toscana alla Puglia passando per l’Umbria. Proprio attraverso le diverse esperienze e case history in giro per lo Stivale, Giovanni Bigot, insieme ad Angelo Gaja, con cui l’agronomo collabora da anni, Stefano Poni, docente all’Università Cattolica di Piacenza, e Carlo Petrini, presidente di Slow Food, presenterà l’1 febbraio nella cornice del Castello di Cigognola, le proprie conclusioni e l’indice che da lui prende il nome.
“Ho raccolto ed archiviato dati per anni, in modo attento e organizzato - racconta Giovanni Bigot a WineNews - cercando la correlazione tra il vigneto e la qualità finale del vino, escludendo la parte enologica. Affinando queste misure, ho individuato nove parametri, ognuno dei quali ha un peso specifico diverso: altezza e produzione della parete fogliare ed il loro rapporto, sanità delle uve, età del vigneto, tipologia di dotazione idrica, morfologia del grappolo, biodiversità della superficie e del sottosuolo. Sono misure piuttosto semplici da ottenere, ma una parte importante del lavoro - continua l’agronomo - è stato dare un peso ai diversi parametri per arrivare ad un risultato finale, da 0 a 100, che esprime il potenziale qualitativo del vigneto, che poi dovrà essere esaltato dall’enologo. È un tipo di valutazione che sempre più produttori mi sta chiedendo, e sono convinto che siano questi i parametri giusti, con pesi diversi, come emerso anche dal confronto con decine di enologi di tutta Italia”.

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