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STUDI & RICERCHE

L’Italia è la meta più desiderata al mondo. Grazie al cibo, che batte l’arte, anche nel budget

Così Be-Italy, ricerca Ipsos per Enit, sull’attrattività dell’Italia in 18 Paesi. Risultato? 223 milioni di euro di spesa per l’enogastromia
IPSOS, TURISMO ENOGASTRONOMICO, Non Solo Vino
Una ricerca Ipsos per Enit ha sondato l’attrattività dell’Italia tra i turisti del mondo

L’Italia è la meta più desiderata al mondo (il 37% della popolazione sceglierebbe il nostro Paese per una vacanza premio all’estero, e chi l’ha visitata lo farebbe ancora). Per la qualità della vita, la creatività e l’inventiva, e, soprattutto, per il cibo: oggi l’immagine dell’Italia “patria della bellezza”, è legata principalmente alla cucina (23% dei turisti), seguita dai monumenti e dalla moda (16%), dalla pittura/scultura (15%), dal design (7%) e da musica/danza/teatro (5%). E dopo le città (49%), il patrimonio artistico e quello enogastronomico sono, a pari merito (48%, 50% tra i ceti elevati, ma con la motivazione della tavola più alta nei Paesi cosiddetti “maturi”: Usa, Canada, Australia, Giappone ed Emirati Arabi), le principali ragioni che attraggono i visitatori, seguiti dal mare (25%). Il risultato? Degli oltre 90 milioni di turisti internazionali nel 2017 sempre più stranieri vengono in Italia anche solo per mangiar bene, americani in testa, e sono disposti a spendere di più per farlo. Solo cinque anni fa gli stranieri in Italia spendevano 131 milioni di euro per la vacanza enogastronomica, nel 2017 si è arrivati a 223 milioni (+70%), con una spesa media procapite giornaliera di ben 149,9 euro, a fronte dei 128,7 euro di chi visita le città d’arte (fonte: Osservatorio Nazionale del Turismo di Enit-Agenzia Nazionale del Turismo). Parola di Be-Italy, ricerca Ipsos per l’Enit, analizzata da WineNews, che ha indagato l’attrattività dell’Italia in 18 Paesi stranieri con una survey di 500 interviste online. E dalla quale emerge che se Roma, Venezia e Milano sono le città top of mind per l’Italia, ma con i flussi turistici che ne stanno lentamente trasfigurando il fascino, il patrimonio di diversità è poco valorizzato, tanto che la conoscenza delle Regioni si limita principalmente a Sicilia, Sardegna e Toscana, considerata, quest’ultima, quella con il maggior potenziale attrattivo perché concentrare in sé tutte le principali ragioni di visita del Belpaese. Qualità, bellezza e creatività sono i tratti distintivi riconosciuti ai prodotti italiani, con la moda primo ambasciatore del made in Italy nel mondo (63%), seguita dal turismo (58%) e dall’enologia (57%). Ma è il settore enogastronomico quello in cui, secondo i turisti, più si ricerca l’eccellenza, una sfida contemporanea, incentrata sui valori che oggi più interessano, come sostenibilità, creatività, il senso della comunità che si ha nei piccoli centri, la ricerca di benessere, e l’essere allo stesso tempo local & global.
Secondo l’indagine l’Italia è il terzo Paese più conosciuto al mondo (45% della popolazione mondiale, dopo Usa 49% e Uk 47%) e, tra i mercati di origine, è la Germania a conoscerci di più (21%) e a produrre maggiori flussi (un terzo dei tedeschi è stato in Italia 3 o più volte), seguita dagli Usa e dalla Francia. Nei mercati maturi, la notorietà è maggiore in Usa, viceversa in Giappone ci conoscono meno. I Paesi che si esprimono più positivamente sono l’Uk e gli Usa, e tra i Paesi definiti “prospect” (Cina, Russia, Turchia, India, Brasile, Sud Africa, Nigeria, Marocco), sono Cina, Russia ed i ceti elevati dell’Africa, mentre il Giappone è il più critico. Questo anche perché la percezione del Belpaese si fa più o meno nitida in funzione anche della distanza geografica o della partnership che i diversi Paesi hanno con l’Italia. In generale, l’Italia viene indicata come alternativa alle crescenti virtualizzazione e globalizzazione e a proposte identitarie spesso vuote di significato, grazie alla sua vocazione ad investire sulla qualità. Quando si cita il brand Italia sul web - la principale piattaforma di accesso per raccogliere informazioni sulla meta di vacanza (53%) - si parla soprattutto di sport italiano (26%), di politica e news (23%) e di made in Italy (19%) inteso, in ordine di argomenti, come food, turismo e cultura.
Il 29% della popolazione mondiale dichiara di avere pianificato un viaggio in Italia entro 5 anni (45% tra i ceti elevati), ma il dato sale al 54% se si considerano i ceti elevati dei Paesi “prospect”. Viceversa, le principali ragioni che limitano alcuni dei potenziali visitatori si focalizzano sul ritenerla troppo cara e difficile da raggiungere. La vacanza enogastronomica è quella che cresce di più nel lungo periodo, e i primi mercati di origine che generano i maggiori introiti per vacanza enogastronomica in Italia sono: Stati Uniti (45,5 milioni di euro), Uk (25,4 milioni), Austria (18,7), Svizzera (17), Francia (16,5), Canada (11,6), Brasile (11,5), Germania (10), Danimarca (8,1), Belgio (7,2). E il budget medio è inferiore non solo per le vacanze culturali, ma anche per le altre tipologie di viaggio (vacanza sportiva 122,9 euro, vacanza in montagna 109,3 euro, vacanza verde/agriturismo 103,9 euro, vacanza al mare 90,2 euro e vacanza al lago 85,2 euro). La cucina è associata all’Italia in modo più caratterizzante dal cluster dei mercati maturi, mentre l’associazione ai monumenti è maggiore nei Paesi europei. Ma la buona tavola, si conferma la motivazione di viaggio anche per gli stessi turisti italiani. Chi ha soggiornato in Italia dà un giudizio positivo su paesaggi, ristoranti, musei ed eventi culturali; meno entusiasmo si riscontra invece sul alberghi e trasporti. I pernottamenti generati nel 2017 dalle vacanze enogastronomiche sono stati 1,5 milioni, cresciuti del 50% nell’ultimo quinquennio, mentre 1 turista su 4 in Italia è mosso da interessi enogastronomici (22,3% dei turisti italiani e il 29,9% degli stranieri).

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