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TURISMO E TAVOLA

L’olio del futuro, tra valori economici e immateriali. E un patto per l’enoturismo e l’oleoturismo

Domani Giornata Mondiale dell’Olivo, a Spello il futuro del turismo legato ai pilastri della Dieta Mediterranea. Novembre mese dell’extravergine
MESE DELL'OLIO, OLIO, TURISMO, Non Solo Vino
Gli olivi secolari di Venafro, in Molise

Novembre è il mese dedicato alla cultura dell’olio d’oliva e quindi è il momento migliore per omaggiare uno dei pesi massimi della Dieta Mediterranea. Un prodotto che trova in Italia le migliori espressioni a livello mondiale, ma che ancora non è riuscito a sfruttare tutte le sue potenzialità. Non è solo buono, l’olio è anche un toccasana per la salute, eppure i consumi non decollano così come la percezione del valore di questa eccellenza. Ecco perché novembre sarà un mese di celebrazioni ma anche di riflessione. La proposta arriva da Assitol, per la Giornata Mondiale dell’Olivo, di scena domani il 26 novembre. E che presenterà il Patto di Spello, accordo tra le quattro più importanti organizzazioni italiane che si occupano di turismo enogastronomico per dare un contributo in termini di strategie, progettualità e idee per il futuro dell’eno-oleoturismo del nostro paese e nasce con l’obiettivo di individuare terreni comuni tra i vari organismi, alimentare un dialogo propositivo con il Governo nazionale e con le regioni, disegnare una strategia di settore di medio e lungo periodo. A presentare l’accordo, nel webinar “Patto di Spello. Per l’Enoturismo e l’Oleoturismo italiani”, Roberta Garibaldi, docente di Tourism Management ed autrice del Rapporto sul Turismo Enogastronomico Italiano, che darà una fotografia dello stato dell’arte del turismo enogastronomico in Italia, introducendo così Teresa Bellanova, Ministro alle Politiche Agricole, Michele Sonnessa, presidente Città dell’olio, Floriano Zambon, presidente Città del Vino, Nicola D’Auria, presidente Movimento Turismo Vino e Olio, Moreno Landrini, sindaco di Spello.
Per il mondo dell’olio, sono davvero tanti gli anniversari importanti: il 13 novembre 1960, con la Legge 1404, è nata ufficialmente la categoria dell’extravergine. Dieci anni fa, il 16 novembre, la Dieta mediterranea, di cui l’olio è uno dei pilastri, ha ottenuto il riconoscimento Unesco come patrimonio immateriale dell’Umanità. Infine, la Giornata del 26 novembre dedicata all’Olivo, ideata dall’Unesco per sottolineare l’importanza, storica e culturale, di questo albero e della sua coltivazione. “Novembre è il mese per eccellenza dell’olio d’oliva - commenta Anna Cane, presidente del Gruppo Olio d’oliva in Assitol - ecco perché proponiamo di dedicarlo, anche solo idealmente, a questo alimento prezioso e alla cultura che lo riguarda. E per celebrare questo momento, in un periodo molto complicato, ci sembra giusto invitare tutta la filiera ad una riflessione sul futuro”. Per l’Associazione, l’olio d’oliva ha bisogno di una nuova ripartenza. Le proprietà nutrizionali di questo prodotto sono riconosciute da decine di ricerche scientifiche, come pure i suoi benefici per la salute e i consumatori in tutto il mondo ne amano il gusto. Tuttavia, soltanto il 4% dei consumi di grassi alimentari nel mondo riguarda l’olio d’oliva. “Segno che molto resta da fare per promuovere la conoscenza di questo alimento - continua Cane - anche noi italiani diciamo che fa bene, ma ne abbiamo dimenticato i motivi”. La stessa Dieta Mediterranea, che vede nell’olio uno degli elementi costituenti, è seguita in Italia da meno della metà della popolazione. Ecco perché, secondo gli imprenditori del comparto, il dopo-pandemia potrebbe essere l’occasione per costruire una nuova cultura dell’olio d’oliva capace di raccordare le conoscenze della scienza con la tradizione e la storia di questo alimento ma anche di rilanciarne il consumo: in questa ottica, Assitol appoggia la proposta di un ufficio dedicato alla Dieta Mediterranea nel Ministero delle Politiche Agricole, Agroalimentari e Forestali.
Il Consiglio Oleicolo Internazionale, l’Onu dell’olio, ha proposto di nominare l’olivo “protettore della Terra”. Simbolo di pace in molte culture, questa pianta millenaria potrebbe essere l’arma vincente per la “guerra” al cambiamento climatico. Secondo diversi studi agronomici, l’olivo rappresenta un freno all’erosione del suolo e assorbe in media 2 kg di Co2 al giorno: la coltura olivicola e la produzione di olio d’oliva sono quindi essenziali per il contenimento dei gas alteranti, che provocano il riscaldamento globale.
“In un momento storico di grande incertezza, l’olivo simbolo universale di pace, saggezza, armonia ed espressione di una civiltà millenaria che affonda le sue radici nel Mediterraneo, rappresenta la nostra solida identità. Noi delle Città dell’Olio vogliamo rendere omaggio a questa pianta sacra, rinnovando il nostro impegno nella sua valorizzazione e promozione. Un impegno che va avanti da più di 25 anni”, aggiunge Michele Sonnessa, presidente delle Città dell’Olio, ricordando come proprio un anno fa, con una risoluzione approvata all’unanimità, il Consiglio esecutivo dell’Unesco sanciva “che l’olivo contribuisce allo sviluppo economico e sociale sostenibile dei popoli ed elemento di unità e diversità di tutte le culture, trascendendo i confini e consentendo scambi tra i popoli”.
“L’Unesco ha riconosciuto all’olivo il suo ruolo culturale e il suo ruolo di volano nello sviluppo delle comunità rurali. Intorno all’olivo - spiega Sonnessa - nascono le città di identità come le conosciamo oggi, che attraverso l’insieme di saperi e mestieri ad esso collegati, promuovono prodotto e paesaggio insieme. L’olivo e l’olio sono un elemento identitario a cui non possiamo rinunciare, perché parla di chi siamo e delle nostre radici. Ma è anche una leva potente di sviluppo turistico ed occupazionale, attraverso un’offerta integrata di esperienze legate all’olio improntate alla conoscenza e alla convivialità e investimenti a sostegno dell’autoimprenditorialità legata all’agricoltura sociale. Inoltre, questa Giornata ci ricorda che la pianta di olivo oltre ad essere un elisir di lunga vita essendo l’alimento principe della Dieta Mediterranea, costituisce una barriera ambientale efficace contro la desertificazione e la protezione contro l’erosione ed è un agente nella lotta contro il riscaldamento globale, catturando più CO2 di quanta ne emette nell’atmosfera sotto forma di gas a effetto serra durante l’intero ciclo di coltivazione e durante il processo di produzione dell’olio d’oliva. Allo stesso tempo, riconosce l’impatto del settore olivicolo sull’occupazione e la salvaguardia dell’ambiente e il conseguente contributo allo sviluppo sostenibile, nonché le virtù dell’olio d’oliva per la salute, le sue proprietà terapeutiche e i suoi benefici alimentari”.

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